Nuovi inizi + i miei consigli per Colazione e Brunch a Firenze

Oggi guardando le stats del mio blog ho notato che, nonostante non scriva un post da mesi, in questi giorni ci sono state delle views (dalla Cina tra l’altro!) e mi sono un po’ commossa. Spesso, soprattutto nell’ultimo periodo, mi faccio prendere dallo sconforto, ho paura di dedicare troppo poco tempo al progetto Heart-Shaped Pie e per quanto tempo e risorse ci ho investito negli ultimi anni a volte mi sembra quasi sbagliato continuare ad andare avanti per inerzia, non potendo curarlo come vorrei. 

Mi ricordo quando cominciò il fenomeno dei blog, lessi su Elle di Tavi Gevinson, una ragazzina di 12 anni, che aveva aperto un blog di moda, dallo stile molto innovativo, ed esprimendo la propria creatività attraverso il suo sito era riuscita a farsi notare dai grandi dell’industria fashion e aveva trovato il lavoro dei suoi sogni come giornalista di moda.

Questo era il web allora, qualcosa attraverso cui poter avverare i propri sogni, poter essere notati e creare una comunità di persone interessate a quello che facevi e pensavi, ma soprattutto interessate a interagire con te. 

Per me, allora anche io 12enne, con la mia passione per la cucina che sapevo già non si sarebbe concretizzata in una carriera in cucina, un blog era un modo per lavorare su me stessa, comunicare con gli altri e trovare persone appassionate come me. 

La realtà è che aprii numerosi blog, e non riuscii a portare avanti nessuno di questi. Poi nel 2015, un altro tentativo Heart-Shaped Pie – recipes for a delicious life (allora Cath’s Home Cooking). Anche questo sembrò essere fallimentare perché dopo qualche mese finii per abbandonarlo, lasciando però aperta la pagina Instagram. Dopo due anni, in cui avevo continuato a vedere delle interazioni sul profilo (nonostante ci fossero solo tre post), decisi di riprenderlo in mano e farne qualcosa di cui potessi essere orgogliosa. Da li è cominciata la mia avventura.

Per questo oggi, vedendo quelle poche views, mi sono sentita un attimo leggera. Il mio progetto ha certo bisogno di cure, ma a volte non mi rendo conto che c’è qualcuno che mi vede e che mi legge. Non sono nessuno, ma sono qualcuno e questo lo devo a voi, miei pochi lettori.

Per voi oggi torno alle origini – soprattutto per voi che mi seguite da molto lontano – e vi parlo della mia bellissima città: Firenze.

Ho fatto tanti post, sia su Instagram che sul Blog, che riguardano altre città del mondo, ma non ho mi sono mai dilungata riguardo ai posti che più amo e frequento nella mia città e visto che ora mi sono allontanata di nuovo, dopo tre anni a Bologna, per frequentare un Master a Londra, ho deciso che è il momento di dedicare un po’ di tempo per raccontarvi esaustivamente la mia città e quello che amo di lei. 

Quelli che vi consiglio sono posti che amo e dove sono stata moltissime volte, potranno forse non essere i migliori, poiché non ho fatto chiaramente una ricerca capillare. Ma sono i migliori per me, nei luoghi che frequento più spesso. Sono i classici posti dove torni perché sei stato bene a cui lego molti ricordi che porterò stretti con me ovunque io vada.

Dividerò i miei consigli in diverse categorie, cominciando da Colazione e Brunch. 

I miei best places per la Colazione

  • Pasticceria Minni
  • Caffè Libertà
  • Bar Cesare
  • Caffè Piansa

Pasticceria Minni:

Vado da Minni da quando ne ho ricordo, ma questo non acceca il mio giudizio, è una classica pasticceria fiorentina, che non è cambiata particolarmente nel tempo e sinceramente menomale! I prezzi sono nella media e purtroppo ci sono solo uno o due tavolini all’interno, ma vale assolutamente la pena farci un salto. Consiglio di cuore le frittelle di San Giuseppe (vi prego, ripiene di crema), non le troverete da nessun’altra parte fatte così!

Via A. Giacomini 16, FI – https://www.pasticceriaminnifirenze.com

Caffè Libertà:

Ho sentito davvero molta negatività riguardo al Caffè Libertà recentemente, perlopiù rispetto al personale, che viene considerato “maleducato e rumoroso”, mi sembra giusto dire questo visto che ho avuto questa conversazione con diverse persone. Ciononostante per me questo Bar ha quelli che sono tra i migliori cornetti di Firenze, quindi per me vale la pena provarlo e tornarci ancora e ancora. Al massimo, per non essere disturbati, è possibile mettersi fuori, poiché sotto il portico, dove è collocato, ci sono moltissimi tavolini. 

Piazza della Libertà 27/r – https://www.facebook.com/caffelibertafirenze/

Pasticceria Cesare:

Il mio amore per questo bar è cresciuto nel tempo e adesso un cappuccino in un tavolino sotto al sole mite della mattina accompagnato dalla loro burrosissima sfoglia alla crema è per me uno dei modi migliori di cominciare la giornata. Un’altra specialità da provare sono anche qui le frittelle di S. Giuseppe, molto buone, anche se (scusatemi), comunque non le mie numero 1.

Via Gabriele D’Annunzio 106 – https://www.facebook.com/pasticceriacesare

Caffè Piansa:

Questo bar si distingue dagli altri semplicemente perché non è un tradizionale bar fiorentino, ma dallo stile più moderno, con uno staff giovane e simpatico. Qui troverete un sacco di opzioni per il caffè, sia riguardo alle miscele che alla consumazione (V60, Americano ecc..). Riguardo al cibo si va dalle più classiche paste, a muffin e biscotti vegani (davvero molto buoni). Per me un must è la loro torta al tè nero, non vi dico quante volte l’ho presa…

Caffè Piansa. Via Gioberti 53. Firenze
Torrefazione Piansa. Via Meucci, 1. Bagno a Ripoli (FI)

I miei best places per il Brunch

  • Le Vespe Caffè
  • Melaleuca
  • La Ditta Artigianale

Le Vespe Caffè:

Non so come esprimere quanto adoro questo posto se non dicendo che se dovessi scegliere un solo locale di tutta la lista, questo sarebbe il prescelto. Le Vespe è un posto piccolo, arredato con stile nordico, molto semplice e curato. I piatti sono completi, molto vicini al brunch stile americano, e di solito vi si alternano panini, wrap, omelettes, accompagnati da patate al forno (divine!), qualche verdura e salse. Potete trovare nel menù anche altri tipi di piatti composti, come l’American e la Full English Breakfast e ci sono moltissime bevande, sia calde che fredde con cui accompagnare il vostro brunch. La cosa incredibile di questo posto è la qualità degli ingredienti e il prezzo davvero onesto (di solito si aggira sugli 8-10 euro, per un piatto completo di tutto). 

Melaleuca:

Questo è l’unico posto della lista dove sono stata solo due volte, ma lo metto qui perché è stata davvero una piacevole scoperta. La location è centralissima, sul Lungarno delle Grazie e il locale è piccolo e luminoso. I piatti sono sempre di ispirazione americana (Avocado Toast, Bagles, Pancakes…) con ingredienti di qualità e una cura anche nella presentazione e nel raccontare i piatti e la provenienza degli ingredienti. Tra le bevande pure un Kombucha fatto in casa che non ho mai trovato da nessun’altra parte a Firenze. L’unica pecca è forse il costo abbastanza elevato rispetto alle porzioni. Da provare: il Cinnamon Roll.

Ditta Artigianale:

La Ditta è un mio vecchio amore, e come spesso succede con i vecchi amori piano piano ho finito per trovarle dei difetti che non mi permettono più di apprezzarla come prima. Partendo dalle cose che amo, questo Caffè, nelle sue due location (Via dello Sprone e Via dei Neri) è arredato in stile moderno, colorato e radical chic ed è stato uno dei primi a Firenze a creare un bar che si distinguesse dai classici fiorentini e accogliesse a braccia aperte i giovani nel centro di Firenze. Anche qui il cibo è sul classico stile del brunch americano, con qualche variante per il pranzo che prevede anche bowl e insalate. Un tempo amavo il Croque Madame/Monsieur, ma da quando hanno cambiato la ricetta (ormai si parla di tre anni fa) non è più come prima e questo mi ha portato a pensare che col tempo abbiano tagliato il budget su alcune cose, mantenendo però dei prezzi alti che forse a questo punto, rispetto alla qualità degli ingredienti e alle porzioni, sono anche esagerati. Un’altra nota in favore va invece al caffè, qui potete trovare miscele diverse e diversi modi di gustarlo, ma non mi spingerò oltre non essendo un’esperta a riguardo.

Credits: Ringrazio Livia per la foto da Cesare e Malvina per la foto in copertina.

Svezia: dove mangiare a Göteborg, consigli per tutte le tasche

Oltre il pontile i gabbiani volavano in cerchio, lanciando di tanto in tanto uno stridio acuto. Ma per il resto c’era solo questo incredibile silenzio, che sembrava di sentir frusciare nelle orecchie. Sul mare c’era un leggero velo di pioggia e tutto era bello, di una malinconica bellezza.
Vacanze all’Isola dei Gabbiani, Astrid Lindgren

In modo molto strano e credo diverso da molti bambini, il primo posto dove ho desiderato andare è stata la Svezia. Da piccola leggevo molto e la mia autrice preferita, di cui ho divorato tantissimi libri, era Astrid Lidgren, autrice di Pippi Calzelunghe e altri libri per bambini. Le sue storie mi facevano viaggiare tra i paesaggi e i cibi nordici e mi avvicinavano in modo inaspettato a una cultura e dei luoghi molto lontani. 

Gran parte del legame tra me e la Svezia si è creato proprio per il modo della Lindgren di raccontare il cibo e i momenti conviviali e non mi scorderò mai la prima volta che ho sentito parlare delle caramelle mou in “Rasmus e il vagabondo” e dell’ossessione che ne è conseguita per trovare proprio quelle, nei successivi anni.

La Svezia per me era quindi un viaggio speciale da fare e quando già ogni viaggio è un regalo che siamo fortunati a poterci concedere, questo viaggio per me aveva anche qualcosa di magico che mi riportava alla mia infanzia, per questo e per molti altri motivi sono stata contenta di andarci con Bernardo, il mio ragazzo, che ha sopportato pazientemente i miei capricci gastronomici. 

In particolare, la città che abbiamo visitato è Göteborg, seconda città più grande della Svezia che si trova al sud di questa. La nostra idea era di stare qualche giorno e visitare anche le isole dell’arcipelago Skärgården che sono proprio lì davanti.

Il periodo era totalmente fuori stagione (ottobre), perché non essendoci il bel tempo estivo o le attrazioni natalizie del periodo invernale, quello che ci aspettava era più che altro un pieno clima autunnale condito da piogge frequenti. 

Ma quello che in realtà ci spaventava di più era il costo della vita, ed è stato infatti molto difficile mangiare fuori tutte le volte, cercando trovare posti buoni e spendere allo stesso tempo il meno possibile. 

Dove abbiamo mangiato

Kanelbullar

Il Kanelbullar è un dolce svedese da colazione o pausa caffè (chiamata fika dagli svedesi) che consiste in un impasto lievitato cosparso di burro fuso, zucchero e un mix di spezie (tra cui la cannella) che viene arrotolato, tagliato a rondelle e poi cosparso di zuccherini.

  • Café Husaren: il primo posto dove abbiao assaggiato i Kanelbullar è questo caffè nel quartiere di Haga, il quartiere antico della città, molto indicato per l’ora della merenda. Conoscevo il posto perché avevo visto che era consigliato da alcuni profili instagram che si occupavano di cibo in Svezia e sapevo che era famoso per avere una versione molto grande dei Kanelbullar. L’interno del locale non ci ha colpiti particolarmente e devo ammettere che anche la brioche, che era fredda e forse lì dalla mattina, non ci ha entusiasmati. Diciamo che, a posteriori, direi che era più bella da vedere che da mangiare. In più, oltre ad essere molto alto il costo del dolce, costava anche il refil del caffè (cosa inusuale per un paese nordico).
    cafehusaren.se Voto: 6 Spesa: 8€
Kanelbullar del Café Husaren
  • Chiosco, molo dei traghetti, Saltholmen: so che non è propriamente un locale, ma questo chiosco (kiosk) ci ha regalato il miglior Kanelbullar che abbiamo mangiato nella vacanza. Il molo è quello che bisogna raggiungere per andare sulle isole, quindi la probabilità di passarci è alta. Vi consiglio di prendere un dolcino e un caffè mentre aspettate il traghetto, oppure portarvelo sull’isola e far colazione immersi nella loro atmosfera caratteristica.
    Voto: 10 Spesa: 3.50€ (circa)

Pranzo e cena

Per pranzo e cena abbiamo riscontrato non poche difficoltà a trovare qualcosa che costasse meno di un prezzo medio di 10 euro. Ci avevano parlato di chioschetti di hot dog, ma noi ne abbiamo visto forse uno e pure decentrato, per il resto la soluzione per un pasto più economico era quasi solo il supermercato. Ma sicuramente ci sarà qualcosa che ci è sfuggito…

  • Saluhallen: questo mercato al copertoè il posto che ci è piaciuto di più: abbiamo mangiato tipico e a un prezzo abbordabile. Nel mercato c’erano banco alimentari, come macellerie e pescivendoli, ma anche, appunto, banchi che facevano pranzo con cibo tipico oppure torte e caffè. Qui abbiamo mangiato le classiche polpette svedesi con salsa alla panna, patate, piselli e salsa Lingonberry (una sorta di marmellata di mirtilli rossi) e un hamburger di pesce con insalata, purè, salsa Lingon e salsa tartara. Siamo inoltre riusciti a bere un espresso decente e abbiamo assaggiato una torta tipica la Chokoladtosca, una torta al cocco e cioccolato.
    https://www.storasaluhallen.se Voto: 8 Spesa: 8-10€ (per ogni piatto unico)
  • Sjöbaren: ristorante di pesce molto costoso, ci era stato consigliato prima della nostra partenza e alla fine, anche se un po’ spaventati dal prezzo, abbiamo deciso di provarlo. Il ristorante è all’interno molto curato e accogliente, lo stile è a tema marino, elegante e minimale. Abbiamo apprezzato molto il cibo, abbiamo ordinato il “Seafood platter”, che comprendeva un misto di crostacei sbollentati o crudi, salse e un pezzo di torta salata al formaggio. Per concludere, il Cheesecake svedese, anche questo molto buono e decisamente diverso da qualunque dolce avessi mangiato finora. Il ristorante ha una vasta scelta di piatti sia di pesce che non e soprattutto un assortimento di piatti tipici (cosa non scontata).
    http://www.sjobaren.se/haga/ Voto: 8.5 Spesa: 70€ (a testa, con bottiglia di vino inclusa)
  • Silvis (risorante palestinese): uno dei pasti che abbiamo amato di più. Colti dalla pioggia e dalla fame ci siamo infilati, molto casualmente in questo ristorante palstinese molto carino. Il menù era composto da tante meze e c’era la possibilità di scegliere tra la lista delle numerose meze oppure ordinare il menù composto da loro. Noi abbiamo preso il menù Aladdin (24 euro), molto sostanzioso.
    Non contenti alla fine abbiamo preso un dolce e io ho assaggiato finalmente il Knafeh ripieno di formaggio (che loro chiamano mozzarella, ma non saprei). Davvero delizioso!
    http://www.silvis.nu Voto: 9 Spesa: 20-30€ (a persona)

La Svezia ci ha regalato quindi molte gioie in fatto di cibo, e anche se il nostro portafoglio piange, siamo rimasti molto soddisfatti delle nostre scelte gastronomiche. Spero che questo articolo possa essere utile ad altri viaggiatori che amano assaggiare nuovi sapori. Sono disponibile per approfondimenti sul nostro viaggio ma anche per ricevere informazioni riguardanti la Svezia, che magari mi possono essere sfuggite!

Siti che ho trovato utili:
https://www.goteborg.com
https://www.travel365.it/goteborg-cosa-mangiare.htm
https://www.italian.hostelworld.com/blog/la-migliore-guida-per-backpacker-alla-vita-sociale-di-goeteborg

Viaggio a Napoli, qualche consiglio su dove mangiare

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Ci sono un sacco di posti buoni a Napoli, prima di partire io e le mie amiche eravamo già piene di informazioni su posti dove mangiare la pizza migliore, la sfoglia migliore, il cuoppo migliore e così via.

Diciamo poi che la compagnia era quella giusta, tutte delle grandi mangiatrici, non ci siamo fermate davanti a nessuna difficoltà: code di un’ora, tabelle di marcia fitte di cose da vedere, pioggia e treni da prendere.

Tutto questo per dire che se non vi fidate di me, fidatevi delle mie amiche, delle numerose fonti che abbiamo contattato (sia locali che turisti come noi) e soprattutto della nostra esperienza diretta, sempre piacevole, non solo per il cibo delizioso, ma anche per l’atmosfera e le persone incredibili che abbiamo incontrato.

E che dire, niente di più da aggiungere, con il cuore pieno di ricotta finalmente vi espongo il nostro tour culinario napoletano sperando che possa essere utile anche a voi!

Dove abbiamo mangiato?

Colazione

una sfogliatella riccia e quattro sfogliatelle frolle
  • Gran Caffè Neapolis: era il bar convenzionato con il nostro appartamento, ma mi sento di consigliarlo perché ci è piaciuto molto ed è stato anche il posto dove abbiamo preso il caffè più buono. Servizio un po’ lento, ma almeno hanno i tavolini fuori. Pagina Facebook Voto: 8
  • Leopoldo: aspetto magnifico, la miglior caprese al limone, ma i babà non ai livelli di Scaturchio. Se vi sedete c’è un sovrapprezzo (che noi non abbiamo avuto il coraggio di pagare). http://www.leopoldoinfante.it Voto: 8
caprese al limone, babà ripieno di panna, zeppolina alla crema e crostatina di fragole
  • Scaturchio: un unico grido si alza: BABA’ TI AMO. Ragazzi andate a Napoli e mangiate il babà, ci siamo tutte convertite a questa deliziosa spugna intrisa di sciroppo e rum e quello che abbiamo preferito è decisamente quello di Scaturchio. Questo dolce non mi è mai piaciuto, il sapore alcolico era veramente troppo per me, ma probabilmente non lo avevo mai mangiato fatto come si deve. Quello napoletano è perfettamente equilibrato. Una cosa che non ci ha fatto impazzire di questa pasticceria invece è stata la caprese, abbiamo preso sia quella al cioccolato che quella al limone e ci è sembrata un po’ troppo secca, c’è da dire però che si sentiva molto la mandorla. scaturchio.it Voto: 9

Pranzo e Cena

  • Tandem d’asporto: questo è stato decisamente uno dei posti che ho amato di più, street food/comfort food, famoso per i suoi ‘cuzzetielli’, panini ripieni di ragù napoletano e salsiccia, polpette, parmigiana, braciola e chi più ne a più ne metta. C’erano inoltre anche primi e la possibilità di prendere solo ragù per fare scarpetta. Non vi sto nemmeno a dire quanta soddisfazione in questo nostro primo pasto napoletano. https://www.tandem.napoli.it/tandem-dasporto/ Voto: 9 Quanto ho speso? 6 €
  • Pizzeria Capasso: prima pizzeria del viaggio, posto che non ci ha soddisfatte pienamente. La pizza era buona, ma a mio parere non troppo saporita, le crocché anche quelle nella media (grave assenza della provola filante). Non la sconsiglierei, ma diciamo che non sarebbe la mia prima scelta se tornassi.Pagina Facebook della Pizzeria Voto: 7 Quanto ho speso? 8 €
  • Antica Pizzeria de’ figliole: eravamo a Forcella con un certo languirono e ci troviamo davanti a questa pizzeria, a Emma avevano detto che faceva la migliore pizza di Napoli, e allora che si fa, non ci si ferma? Detto fatto siamo subito entrate per prendere un’enorme pizza da dividere (perché quello era solo uno spuntino…). Bella e deliziosa, grande come una faccia, ripiena di pomodoro e provola. Pagina Facebook della pizzeria Voto: 9 Quanto ho speso? 5 €
  • Fiorenzano: qui è quando ci siamo rese conto che non saremmo uscite vive da questa vacanza. Fiorenzano dà sulla strada e offre fritti, polli arrosto con patate e delle bombe distruttive di cui non ricordo il nome: pasta lievitata farcita con carne, uovo sodo e provola (molto buono ma seriamente tosto). Qui finalmente ho trovato la tanto desiderata crocchè con la provola filante, davvero buona. Pazzesca anche la frittatina di pasta. La Bene ha preso il pollo e, vi dico, la soddisfazione è assicurata. Voto: 8 Quanto ho speso? onestamente non ricordo, ma seriamente poco
  • Augustus: se siete nel centro di Napoli e vi chiedete dove comprare la mozzarella (non sottovalutate questa ricerca, se non è difficile da trovare allora probabile che non sia buona…) questo è il posto che, dopo attente ricerche, abbiamo scelto. In Campania la mozzarella è una cosa seria e di solito le famiglie vanno nei caseifici fuori città a comprarla, per questo, nonostante ti vendano mozzarella dappertutto, trovare un posto fidato è importante. Ho cercato su internet e la maggior parte dei posti era lontano e difficilmente raggiungibile, Augustus invece è in via Toledo, molto centrale, quindi, se non avete i mezzi per uscire da Napoli, vi consiglio di andare lì. Noi l’abbiamo comprata per la nostra unica cena a casa, con qualche verdura e molta parmigiana (ma mai abbastanza…). Pagina Facebook Voto: 8 Quanto ho speso? 11€ (per la mozzarella)
  • Puok: molto amato da napoletani e non (ce l’hanno consigliato davvero tutti), Puok fa hamburger ripieni di ogni bendiddio, un comfort food ripieno di comfort food, decisamente indescrivibile. Noi abbiamo preso: 1. hamburger con provola affumicata, crema di zucchine al forno, zucchine fritte e crema di parmigiano 2. hamburger provola affumicata, patate al forno e parmigiana bianca 3. hamburger con provola affumicata, bacon croccante, cipolla rossa caramellata, anellone di cipolla, maionese, salsa bbq. Mi viene fame solo a ripensarci. https://puokburger.com/hai-fame Voto: 9 Quanto ho speso? 8€
  • Antica Trattoria da Carmine: questo è un posto che ci portiamo proprio nel cuore, la dimostrazione che un buon ristorante è fatto di buon cibo, ma anche di simpatia. L’attesa è stata lunga (un’oretta e forse anche di più), pioveva, e io stavo cercando di digerire l’hamburger che avevamo mangiato tipo alle 16, eppure Carmine l’abbiamo proprio amato e ci saremmo tornate ancora e ancora. Mi sembra importante dire che è veramente il posto più economico dove sia mai stata nella mia vita… Pagina Facebook della Trattoria Voto: 9 1/2 Quanto ho speso? 10€
  • I Sapori della Pescheria Azzurra: Passateci, fate la coda, ne vale davvero la pena. Ristorante della Pescheria Azzurra di Montesanto, tavoli sulla strada e un’atmosfera davvero verace, attesa lunga ma pesce freschissimo. La lista dei piatti è un elenco di cose una più deliziosa dell’altra che buona parte dell’attesa, vi assicuro, la passate a pensarci e ripensarci mille volte. Inutile dirvi che anche qui, per essere stato un pranzo di pesce, non abbiamo speso davvero niente. isaporidellapescheriaazzurra.it Voto: 10 Quanto ho speso? 12€ (a testa, facendo alla romana)
  • Antica Pizzeria & Trattoria al ’22: forse sarà perché ci siamo affezionate alla zona (Montesanto) o perché semplicemente la pizza era davvero molto buona, però ecco, se volete provare un’altra Pizzeria che non sia una di quelle più famose (Michele, Vesi, Sorbillo ecc.) questa è decisamente approvata e se non vi fidate di noi, ci abbiamo portato anche un napoletano, approvata pure da lui. Pizza alta, non grandissima rispetto alla media di Napoli, buona, come ho già detto e se chiamate potete mettervi in lista e non aspetterete troppo (anche in questo caso, per la media di Napoli). http://www.al22pizzeria.it Voto: 9 Quanto ho speso? 10€
  • Il Cuoppo – Friggitori napoletani: Partiamo dal presupposto che noi dovevamo partire, che eravamo piene di valige, che la pioggia che ci aveva graziate fino a quel momento ha cominciato inesorabilmente a cadere e che l’attesa è stata infinita e da presto abbiamo fatto tardi. Visto anche che, questo, doveva essere (almeno per Food Advisor), il cuoppo migliore di Napoli. Beh, io vi dico, non ne vale la pena. A Napoli è pieno di posti dove potete trovarli, questo non era male sì, ma non è decisamente il migliore: troppo unto e la frittatina di pasta, che avevo amato da Fiorenzano, non sapeva proprio di nulla, se non di mozzarella un po’ acida. Per me è no. http://www.ilcuoppo.it Voto: 6 1/2 Quanto ho speso? 5€

Qui si conclude il nostro tour culinario, e menomale, non so se saremmo sopravvissute oltre e, visto che Napoli ci manca già, speriamo di tornare presto!

Fatemi sapere se siete andati anche voi in questi posti e cose ne pensate, oppure se ci sono altri posti che ci avreste consigliato!

My top 7 places to eat in Amsterdam

“L’amicizia non dura quarant’anni per magia, bisogna lavorarci parecchio; è come con i tuoi risparmi: non crederai mica che da vecchia ti svegli la mattina e trovi un mucchietto di soldi che ti aspetta? […] Io sto dicendo che ci serve un programma di ritiro emotivo; è importante trovare tempo per le amiche e fare viaggi come questo.” (Carrie – Sex & The City)

 

Come ogni anno, anche quest’anno siamo partite, nuovo posto da esplorare, diverse premesse. E’ stato un anno difficile per tutte, ognuna di noi ha avuto le sue sconfitte, qualcuna scolastica, qualcuna in amore, qualcuna, o forse tutte, fatta di insicurezze e paure. E’ stato un anno di cambiamenti, una che lavorava, io che me ne andavo a Bologna, l’altra che procedeva per il secondo anno di università, ma a Firenze. In qualche modo siamo riuscite a vederci, ogni tanto, qualche oretta, un caffè e gli ultimi aggiornamenti. Alcuni periodi di più, alcuni periodi di meno.

Ogni anno è così, ogni anno è fatto di cambiamenti, sconfitte e vittorie, e più cresciamo e più la nostra amicizia muta, costituita sempre meno dalla quotidianità di quando eravamo delle piccole neoliceali, ma forse anche per questo più matura.

Perciò amo il nostro viaggio estivo. Penso sia quel momento in cui torniamo a conoscerci profondamente, come ci conoscevamo un tempo quando passavamo giornate intere a casa l’una delle altre a fare tutto o niente, nottate insieme fingendo di essere a dormire nelle reciproche case (per poi essere puntalmente beccate). E’ l’occasione per riscoprire l’affiatamento che durante l’anno è un po’ sopito, per lasciare spazio ai mille impegni e alle giornate frenetiche, che sembrano sempre troppo corte per riuscire a far tutto. E’ l’occasione per tornare a capire che ci vogliamo bene ancora così profondamente, sia per i nostri pregi, sia per i nostri inevitabili difetti.

 

Quest’anno la tappa è stata Amsterdam e tra Amsterdam Card e consigli di un amico che ci ha studiato, abbiamo passato delle giornate particolarmente intense, tra musei, boat tour, case da visitare, parchi e locali interessanti. Ma soprattutto, per non farci mancare niente, abbiamo mangiato in tanti posti deliziosi, alcuni anche molto carini, che vi vorrei consigliare.

 

Dove abbiamo mangiato?

 

  • Burger Bar: la prima sera siamo andate a fare un giro a De Pijp, uno dei quartieri al centro della città, e poi abbiamo burgerbardeciso di mangiare qualcosa lì. Io ho preso un hamburger da Burger Bar, uno dei tanti posti che ci sono vicino a Sarphatipark. E’ una catena olandese dove è possibile comporre il proprio hamburger decidendo il pane, la carne, i condimenti e
    le salse. Io ho preso un classico bacon cheeseburger con il pan brioche, da portare via. Abbiamo mangiato al parco e, ammetto, è stato davvero difficile, come, d’altronde, per ogni hamburger che si rispetti. Per fortuna loro, previdenti, mi avevano messo nel sacchetto una salviettina (questi olandesi sono avanti, si sa…).

(https://www.burgerbar.nl)Voto: 8 Spesa: 10€

  • De Foodhallen: a un quarto d’ora da Rembrandtplein si trova De Hallen, vecchia foodhallen.jpgstazione dei bus riqualificata, dalla bellissima struttura in ferro battuto. All’interno del De Hallen c’è un po’ di tutto: cinema, riparazioni di bici, biblioteca, negozi, appartamenti, e molto altro. Una parte di questa struttura è dedicata al cibo, con molti stand in rappresentanza delle tradizioni culinarie di tutto il mondo.

Dopo una lunga indecisione alla fine io ho optato per Dim Sum Thing, che faceva ravioli al vapore. Qui ho preso due piccoli ravioli con carne di maiale e bambù e due panini food hallen(buns) al vapore con maiale sfilacciato in salsa bbq.

Ho preso anche delle tortine (proprio irresistibili) allo stand di Petit Gateau, una meringata al limone e l’altra frangipane e lamponi.

Il posto era bellissimo, molto luminoso e arredato con stile giovane e minimal.

(https://dehallen-amsterdam.nl/en/tenants/foodhallen-2/)Voto: 8 e mezzo Spesa: 10/15€

  • Bar Mash: per il secondo pranzo, nuovamente a De Pijp, ci siamo divise e io sono
    capitata abbastanza casualmente al Mash, un ristorante thailandese. Qui ho preso un pad thai con noodles di riso, pollo, noccioline e lime e me lo sono gustato nel parco. Devo dire che mi ha lasciata piacevolmente stupita, era dolce e sugoso e anche molto abbondante.

mash-bar.jpg

(http://www.barmash.nl) Voto: 8 Spesa: 8€

  • Salsa Shop: è una catena di cibo messicano in cui puoi comporre il tuo pasto. E’ possibile scegliere tra burrito, tacos, “bowl” o insalata e poi aggiungere carne, toppings e salse. Io ho preso un burrito e l’ho riempito in un modo indecente e devo ammettere che avrei fatto meglio a controllarmi… Decisamente uno dei pasti più sostanziosi della vacanza!

salsashop

(http://salsashop.com/menu/) Voto: 7 Spesa: 9.95€

  • Pancakes Amsterdam: non si può andare via da Amsterdam senza aver mangiato amsterdam pancakes
    un pancakes, Livia li reclamava da giorni, e alla fine l’abbiamo accontentata.

I pancakes olandesi sono in realtà delle crepes un po’ più spesse di quelle francesi e sono tipicamente riempite di mele, formaggio o prosciutto. Io ho preso una versione un po’ più (anche troppo) ricca, con Camambert, salsa di lamponi e prosciutto. Livia invece è rimasta sul classico pancakes americano ricoperto di cioccolata, fragole e mandorle.

Ammetto che questo è il posto che forse mi è piaciuto meno, “Pancakes Amsterdam” è una delle catene più famose di pancakes della città, quindi, a mio avviso, punta più sul nome che sulla qualità. I piatti erano troppo pesanti, i pancakes americani non erano soffici ma avevano invece la consistenza di una torta. Mentre la mia crepes, nonostante il vincente abbinamento di ingredienti, era bruciata in alcuni punti, e questo la rendeva un po’ amara.

Diciamo che se dovessi tornare ad Amsterdam mangerei pancakes da qualche altra parte…

(https://pancakes.amsterdam)Voto: 6 e mezzo Spesa: 13€

  • Pllek: Questo locale che si trova a NDSM, ex porto riqualificato, è il posto che più hopllek3
    amato, sia dal punto di vista della location che da quello del cibo.

L’edificio è spazioso e molto luminoso arredato in stile urbano-industriale. I tavoli sono sia dentro che fuori e qui c’è anche una spiaggetta con pouf dove è possibile rilassarsi e prendere il sole (noi non abbiamo perso tempo e l’abbiamo sfruttata per una dormitina di un’oretta). I piatti sono tutti particolari e ricchi di verdure e devo ammettere che la bontà degli ingredienti mi ha davvero impressionata.

Io e Livia ci siamo divise un hamburger e un toast. L’hamburger era di cinghiale, non lo avevo mai mangiato ma aveva un sapore molto simile alla salsiccia, la sua particolarità era che come salsa avevano usato una chutney (marmellata) di albicocche, il risultato era davvero delizioso!

La cosa che ho amato d più è stato però il toast: due fette di pane integrale con sopra hummus, pomodoro, rapa rossa, zucchine e asparagi arrostiti, insalata, pinoli tostati e qualche condimento che contribuiva a rendere il tutto davvero superlativo!

pllek.jpg

(http://www.pllek.nl/pllek-amsterdam-restaurant-ndsm-yoga.html) Voto: 10 Spesa: 7.50€

  • Amsterdam Roest: E’ decisamente al secondo posto delle mie location preferite di roest2Amsterdam, un locale frizzante e giovanile, dallo stile particolare e ricercato. Anche qui vi è una spiaggetta dove sono presenti tavole, amache o delle scalinate in legno, per godersi l’atmosfera di pace facendo aperitivo o anche solo per una birretta con gli amici.

Noi abbiamo fatto entrambe le cose…

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Siamo arrivate per una birra ma poi come al solito ci siamo fatte tentare anche dal cibo e abbiamo preso una delle varie opzioni che proponeva il menù: un tagliere con formaggio, un grande carciofo bollito e varie salsine con cui accompagnarlo.

Purtroppo questo posto sta per chiudere, lo abbatteranno e al suo posto ci costruiranno un complesso di case moderne…

Quindi affrettatevi ad andare prima che sia troppo tardi!

(https://www.amsterdamroest.nl) Voto: 9 e mezza Spesa: 10.50€

Io, me stessa ed Edimburgo: dove ho mangiato?

Eccomi qui, non sono sparita vi giuro! Sono ricominciate le lezioni e ci sto mettendo un po’ a riprendere il ritmo, ma ho già nuove ricette in cantiere 😉

Ancora non ho avuto l’occasione di raccontarvi della mia piccola avventura a Edimburgo, e provvederò subito a rimediare.

Tutto è cominciato ormai due mesi fa, mi trovavo ancora nel bel mezzo dell’esame di sociologia, e avevo voglia di un po’ di libertà. Pensavo a quell’ultima settimana di gennaio prima dell’inizio delle lezioni e mi sembrava inutile lasciarla inutilizzata. Sarei rimasta a Firenze e avrei finito per non fare niente di produttivo e lasciar finire in modo passivo gli ultimi giorni di vacanza. Dovevo organizzare un viaggio!

Molti mi hanno chiesto “ma scusa, qui fa freddo e c’è brutto tempo, non potevi fuggire in un posto più caldo?” e devo ammettere che l’idea non mi ha sfiorata neanche per un momento, pensando alla mia piccola fuga l’idea è sempre stata di dirigermi verso nord, inizialmente avevo guardato voli per paesi scandinavi e mi interessava in particolare Copenhagen, ma ovviamente costavano troppo, quindi la mia scelta si è spostata su Edimburgo.

Prima di partire e durante il viaggio ho consultato molti blog e articoli con consigli, soprattutto riguardo a dove mangiare (non mi fido molto dei posti indicati sulle guide) e non mi sono mai pentita delle scelte che ho fatto, anche (e soprattutto) di quelle un po’ impreviste. Proprio per questo mi sento di consigliarvi tutti questi posti che tra l’altro sono perfetti per chi vuole mangiare bene, cibo locale, con un budget limitato.

Dove ho mangiato?

  • Elephant House: questo ristorante è un luogo molto informale che deve la sua fama alll’autrice di Harry Potter, J.K Rowling, che ha scritto qui alcuni capitoli della saga. Ovviamente questo fatto lo ha reso un posto molto popolare e abbastanza
    turistico anche se quando sono andata io non era troppo affollato. Lo stile del locale è img_5996.jpg emplice e informale e l’offerta di cibo molto ampia. Io ho ordinato una chicken pie (pasticcio di pollo) con purè e gravy (una salsa fatta con il sugo della carne), un classico comfort food anglosassone perfetto per quella giornata piovosa. Il servizio è stato rapido e i camerieri gentili. Sono stata contenta che mi abbiano fatto scegliere tra acqua del rubinetto (tab water) e acqua in bottiglia poiché all’estero di solito l’acqua costa molto e in più prendere l’acqua del rubinetto è una scelta eco-friendly! (www.elephanthouse.biz) Voto: 7 Quanto ho speso? 7£

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    Il bagno dell’Elephant House con scritte dedicate a Harry Potter
  • Nomad Cafe: posto che ho amato, anche se il cibimg_6124.jpgo non era superlativo come mi aspettavo. Ho notato subito il locale perché era vicino al mio albergo a Haymarket e mi sono ripromessa di andarci dopo la mia gita ad Arthur Seat. L’ambiente del Caffè è veramente accogliente, moderno e giovanile e sarà stata la giornata di sole o la compatriota al bancone ma mi ha messo subito allegria. Ho preso un appagante “Breakfast Roll” con salsiccia e uova, che ci voleva proprio dopo la scarpinata a Holyrood Park, e un caffè americano. Mi ha un po’ delusa la scarsa scelta di cibo, ma forse è stato un problema di orario, d’altro canto il mio panino non era comunque male, l’uovo fritto era forse un po’ troppo cotto, ma le salsicce bianche, tipiche del Regno Unito, erano divine! Sicuramente è uno di quei posti dove tornerei continuamente se vivessi a Edimburgo. (sito web) Voto: 7.5 Quanto ho speso? 
  • Howies: Qui ho fatto la mia prima cena da sola! Il posto davvero molto bello, innanzitutto la location, alle pedici di Calton Hill ma anche l’interno elegante, con sala spaziosa dal soffitto altissimo e luci soffuse. Proprio per l’atmosfera elegante sono stata colpita dai prezzi, dIMG_6174ecisamente onesti, in più vi erano anche molte offerte di menù convenienti. Un’altra cosa che mi ha colpita è stata la provenienza degli ingredienti, per la maggior parte locali, con tanto di mappa che spiegava cosa veniva da dove. Anche questa volta l’acqua l’ho presa del rubinetto e ho cominciato la cena con la zuppa del giorno, una vellutata di carote e zucca violina servita con pane e burro (perché un po’ di burro non fa mai male). Per secondo ho preso il filetto di salmone delle isole Shetland in crosta servito con porri, patate e rapa rossa fatte al forno con burro al limone. Devo ammettere che tutto ciò era un po’ insapore, ma il filetto era comunque molto buono e ben cotto. Nonostante fossi già piena non ho resistito al dolce, soprattutto perché c’era lo Sticky toffee pudding! La torta mi è stata servita calda e immersa nel caramello, con sopra una pallina di gelato alla vaniglia, davvero superlativo. Ho apprezzato il contrasto caldo/freddo che faceva risultare il dolce meno pesante e stucchevole. Nel complesso l’esperienza da Howies è stata davvero piacevole e lo consiglio vivamente (sito web) Voto: 8 Quanto ho speso? 20£
  • Teuchters Landing: dopo essere stata a vedere la Royal Yacht Britannia a Leith, resistendo al richiamo dei fast food all’interno del grande magazzino “Ocean Drive”, sono approdata a questa carinissima Freehouse nella zona dei Docks. Il locale è sulla riva ed era originariamente una sala d’attesa per il battello a vapore che portava ad Aberdeen. Anche in questo caso l’atmosfera è giovanile e l’arredamento è molto hipster seguendo la tendenza della nuova Leith riqualificata. Qui ho pranzato con Haggis, neeps and tatties, un piatto tipico scozzese che viene preparato tradizionalmente durante la “Burns’ Night”, notte dedicata al poeta scozzese Robert Burns. Il piatto è una torretta, in questo caso IMG_6210 isposta all’interno di una tazza (hipster dicevamo?), composta da haggis, insaccato molto speziato di interiora di pecora macinate e farina d’avena, purea di rutabaga (un tubero) e purè di patate. Il tutto era servito con una salsa alla panna che ci stava molto bene ma ovviamente lo rendeva ancora più pesante di quello che già era. Ho deciso che questo era inoltre il posto migliore per assaggiare finalmente una birra locale e al bancone mi hanno consigliato la Black Isle, molto buona anche se ha contribuito a mandarmi KO. Nel complesso forse è il posto che mi è piaciuto di più, ho speso, poco, mangiato cose tipiche cucinate bene, bevuto una buona birra e tutto questo con vista oceano (sito web) Voto: 9 Quanto ho speso?
  • Mussel Inn: era dal primo giorno che avevo adocchiato questo ristorante che era proprio accanto al mio ostello e mi era rimastIMG_6254a quella voglia di frutti di mare che, arrivata all’ultima sera, ho deciso di soddisfare. Il ristorante è piccolo e informale e pensavo fosse più turistico, invece ci ho trovato molti scozzesi. Ho preso come starter una zuppa, zucca e carote (giusto per la mia porzione di verdura giornaliera), ho soddisfatto poi il mio desiderio di frutti di mare con delle ostriche al naturale con una spruzzata di limone e una pentola di cozze cucinate con scalogno e panna. Sia ostriche che cozze erano fresche e le cozze erano molto buone e non pesanti come pensavo. Per concludere, e salutare Edimburgo nel migliore dei modi, ho preso una torta banana e noci che mi è stata servita calda con la panna. Nel complesso la cena è stata deliziosa e non mi ha affatto appesantita e il servizio è stato cordiale e attento. Anche qui il pescato (e forse anche altri ingredienti ma non ne sono certa) era a chilometro zero. (sito web) Voto: 8.5 Quanto ho speso? 27£

Spero che la mia esperienza possa essere utile a qualcuno e in ogni caso sono a disposizione per qualsiasi domanda o consiglio!

Siti che mi sono stati utili durante la mia vacanza a Edimburgo:

Per viaggio, alloggio e luoghi da visitare

Per informazioni su cibo e dove mangiare