Nuovi inizi + i miei consigli per Colazione e Brunch a Firenze

Oggi guardando le stats del mio blog ho notato che, nonostante non scriva un post da mesi, in questi giorni ci sono state delle views (dalla Cina tra l’altro!) e mi sono un po’ commossa. Spesso, soprattutto nell’ultimo periodo, mi faccio prendere dallo sconforto, ho paura di dedicare troppo poco tempo al progetto Heart-Shaped Pie e per quanto tempo e risorse ci ho investito negli ultimi anni a volte mi sembra quasi sbagliato continuare ad andare avanti per inerzia, non potendo curarlo come vorrei. 

Mi ricordo quando cominciò il fenomeno dei blog, lessi su Elle di Tavi Gevinson, una ragazzina di 12 anni, che aveva aperto un blog di moda, dallo stile molto innovativo, ed esprimendo la propria creatività attraverso il suo sito era riuscita a farsi notare dai grandi dell’industria fashion e aveva trovato il lavoro dei suoi sogni come giornalista di moda.

Questo era il web allora, qualcosa attraverso cui poter avverare i propri sogni, poter essere notati e creare una comunità di persone interessate a quello che facevi e pensavi, ma soprattutto interessate a interagire con te. 

Per me, allora anche io 12enne, con la mia passione per la cucina che sapevo già non si sarebbe concretizzata in una carriera in cucina, un blog era un modo per lavorare su me stessa, comunicare con gli altri e trovare persone appassionate come me. 

La realtà è che aprii numerosi blog, e non riuscii a portare avanti nessuno di questi. Poi nel 2015, un altro tentativo Heart-Shaped Pie – recipes for a delicious life (allora Cath’s Home Cooking). Anche questo sembrò essere fallimentare perché dopo qualche mese finii per abbandonarlo, lasciando però aperta la pagina Instagram. Dopo due anni, in cui avevo continuato a vedere delle interazioni sul profilo (nonostante ci fossero solo tre post), decisi di riprenderlo in mano e farne qualcosa di cui potessi essere orgogliosa. Da li è cominciata la mia avventura.

Per questo oggi, vedendo quelle poche views, mi sono sentita un attimo leggera. Il mio progetto ha certo bisogno di cure, ma a volte non mi rendo conto che c’è qualcuno che mi vede e che mi legge. Non sono nessuno, ma sono qualcuno e questo lo devo a voi, miei pochi lettori.

Per voi oggi torno alle origini – soprattutto per voi che mi seguite da molto lontano – e vi parlo della mia bellissima città: Firenze.

Ho fatto tanti post, sia su Instagram che sul Blog, che riguardano altre città del mondo, ma non ho mi sono mai dilungata riguardo ai posti che più amo e frequento nella mia città e visto che ora mi sono allontanata di nuovo, dopo tre anni a Bologna, per frequentare un Master a Londra, ho deciso che è il momento di dedicare un po’ di tempo per raccontarvi esaustivamente la mia città e quello che amo di lei. 

Quelli che vi consiglio sono posti che amo e dove sono stata moltissime volte, potranno forse non essere i migliori, poiché non ho fatto chiaramente una ricerca capillare. Ma sono i migliori per me, nei luoghi che frequento più spesso. Sono i classici posti dove torni perché sei stato bene a cui lego molti ricordi che porterò stretti con me ovunque io vada.

Dividerò i miei consigli in diverse categorie, cominciando da Colazione e Brunch. 

I miei best places per la Colazione

  • Pasticceria Minni
  • Caffè Libertà
  • Bar Cesare
  • Caffè Piansa

Pasticceria Minni:

Vado da Minni da quando ne ho ricordo, ma questo non acceca il mio giudizio, è una classica pasticceria fiorentina, che non è cambiata particolarmente nel tempo e sinceramente menomale! I prezzi sono nella media e purtroppo ci sono solo uno o due tavolini all’interno, ma vale assolutamente la pena farci un salto. Consiglio di cuore le frittelle di San Giuseppe (vi prego, ripiene di crema), non le troverete da nessun’altra parte fatte così!

Via A. Giacomini 16, FI – https://www.pasticceriaminnifirenze.com

Caffè Libertà:

Ho sentito davvero molta negatività riguardo al Caffè Libertà recentemente, perlopiù rispetto al personale, che viene considerato “maleducato e rumoroso”, mi sembra giusto dire questo visto che ho avuto questa conversazione con diverse persone. Ciononostante per me questo Bar ha quelli che sono tra i migliori cornetti di Firenze, quindi per me vale la pena provarlo e tornarci ancora e ancora. Al massimo, per non essere disturbati, è possibile mettersi fuori, poiché sotto il portico, dove è collocato, ci sono moltissimi tavolini. 

Piazza della Libertà 27/r – https://www.facebook.com/caffelibertafirenze/

Pasticceria Cesare:

Il mio amore per questo bar è cresciuto nel tempo e adesso un cappuccino in un tavolino sotto al sole mite della mattina accompagnato dalla loro burrosissima sfoglia alla crema è per me uno dei modi migliori di cominciare la giornata. Un’altra specialità da provare sono anche qui le frittelle di S. Giuseppe, molto buone, anche se (scusatemi), comunque non le mie numero 1.

Via Gabriele D’Annunzio 106 – https://www.facebook.com/pasticceriacesare

Caffè Piansa:

Questo bar si distingue dagli altri semplicemente perché non è un tradizionale bar fiorentino, ma dallo stile più moderno, con uno staff giovane e simpatico. Qui troverete un sacco di opzioni per il caffè, sia riguardo alle miscele che alla consumazione (V60, Americano ecc..). Riguardo al cibo si va dalle più classiche paste, a muffin e biscotti vegani (davvero molto buoni). Per me un must è la loro torta al tè nero, non vi dico quante volte l’ho presa…

Caffè Piansa. Via Gioberti 53. Firenze
Torrefazione Piansa. Via Meucci, 1. Bagno a Ripoli (FI)

I miei best places per il Brunch

  • Le Vespe Caffè
  • Melaleuca
  • La Ditta Artigianale

Le Vespe Caffè:

Non so come esprimere quanto adoro questo posto se non dicendo che se dovessi scegliere un solo locale di tutta la lista, questo sarebbe il prescelto. Le Vespe è un posto piccolo, arredato con stile nordico, molto semplice e curato. I piatti sono completi, molto vicini al brunch stile americano, e di solito vi si alternano panini, wrap, omelettes, accompagnati da patate al forno (divine!), qualche verdura e salse. Potete trovare nel menù anche altri tipi di piatti composti, come l’American e la Full English Breakfast e ci sono moltissime bevande, sia calde che fredde con cui accompagnare il vostro brunch. La cosa incredibile di questo posto è la qualità degli ingredienti e il prezzo davvero onesto (di solito si aggira sugli 8-10 euro, per un piatto completo di tutto). 

Melaleuca:

Questo è l’unico posto della lista dove sono stata solo due volte, ma lo metto qui perché è stata davvero una piacevole scoperta. La location è centralissima, sul Lungarno delle Grazie e il locale è piccolo e luminoso. I piatti sono sempre di ispirazione americana (Avocado Toast, Bagles, Pancakes…) con ingredienti di qualità e una cura anche nella presentazione e nel raccontare i piatti e la provenienza degli ingredienti. Tra le bevande pure un Kombucha fatto in casa che non ho mai trovato da nessun’altra parte a Firenze. L’unica pecca è forse il costo abbastanza elevato rispetto alle porzioni. Da provare: il Cinnamon Roll.

Ditta Artigianale:

La Ditta è un mio vecchio amore, e come spesso succede con i vecchi amori piano piano ho finito per trovarle dei difetti che non mi permettono più di apprezzarla come prima. Partendo dalle cose che amo, questo Caffè, nelle sue due location (Via dello Sprone e Via dei Neri) è arredato in stile moderno, colorato e radical chic ed è stato uno dei primi a Firenze a creare un bar che si distinguesse dai classici fiorentini e accogliesse a braccia aperte i giovani nel centro di Firenze. Anche qui il cibo è sul classico stile del brunch americano, con qualche variante per il pranzo che prevede anche bowl e insalate. Un tempo amavo il Croque Madame/Monsieur, ma da quando hanno cambiato la ricetta (ormai si parla di tre anni fa) non è più come prima e questo mi ha portato a pensare che col tempo abbiano tagliato il budget su alcune cose, mantenendo però dei prezzi alti che forse a questo punto, rispetto alla qualità degli ingredienti e alle porzioni, sono anche esagerati. Un’altra nota in favore va invece al caffè, qui potete trovare miscele diverse e diversi modi di gustarlo, ma non mi spingerò oltre non essendo un’esperta a riguardo.

Credits: Ringrazio Livia per la foto da Cesare e Malvina per la foto in copertina.

Sourdough Banana Bread (con scarti del lievito madre)

E’ da qualche settimana ormai che volevo pubblicare questa ricetta, ne vado molto fiera perché l’ho perfezionata con tanto amore ed è venuto uno dei Banana Bread più buoni che io abbia mai mangiato!

La ricetta è fatta senza lievito e al suo posto ci sono gli scarti dei rinfreschi del lievito madre (125g per la precisione) e il bicarbonato.

Questo è uno dei tanti modi per usare gli scarti del lievito madre, altri potrebbero essere dei deliziosi Pancakes (la ricetta la trovate sul mio TikTok), dei waffles, dei brownies, dei crackers. Su internet trovate un sacco di ricette interessanti!

Ricordiamoci infatti che gli scarti possono essere conservati in un barattolo chiuso all’interno del frigo, che può essere riempito ad ogni rinfresco e conservato fino a 1-2 settimane.

Ma adesso passiamo alle cose serie…

Ricetta Sourdough Banana Bread

Ingredienti

  • 240g di farina 00
  • 100g di zucchero semolato (se le vostre banane sono meno mature aggiungete 30g di zucchero)
  • zucchero di canna grezzo q.b da spargere in superficie
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • 1/4 cucchiaino di noce moscata
  • 1 cucchiaino d vaniglia
  • un pizzico di sale
  • 125g di lievito madre
  • 2 banane molto mature (un po’ annerite)
  • 1 uovo
  • 120g di burro fuso, tiepido 
  • 100g di noci tostate e tritate grossolanamente (o mandorle)

Procedimento

Scaldare il forno a 200°C e imburrare una teglia da plumcake.

Mettete il burro in un pentolino e fatelo sciogliere (spengete poco prima che tutti i pezzi. si siano sciolti).

Unire in una ciotola capiente la farina, lo zucchero semolato, la cannella, la noce moscata, la vaniglia e il sale.

In un’altra ciotola spiaccicate le banane e unite: l’uovo, il lievito madre e il bicarbonato. Mescolate bene.

Unite poi gli ingredienti umidi con quelli secchi e, quando si sarà raffreddato, aggiungete anche il burro fuso.

Ora versate l’impasto nello stampo da plumcake e cospargete la superficie con le noci spezzettate o con le mandorle (io le ho messe intere) e cospargete un po’ di zucchero di canna grezzo.

Infornate per 20-30 minuti, o finché uno stecchino non uscirà pulito.

Soda Bread: il pane irlandese senza lievitazione

Ho imparato cos’è il Soda Bread dai programmi di cucina inglesi. Mi sembrava incredibile come i partecipanti riuscissero a mettere insieme, in poche ore, un pasto completo, che comprendesse anche il pane. Proprio per questo mi è tornato in mente ora!

Con questa quarantena tutti si sono messi a panificare, si parla di pane ovunque, e anche io sono stata in linea con questa tendenza, anche se in realtà mi informavo sulla pasta madre già da parecchi mesi. Effettivamente però in questo momento, dovendo stare per la maggior parte del tempo a casa, abbiamo modo di stare dietro al pane che lievita e interrompere un attimo la nostra attività digitale per fare qualche piega, o nel mio caso ‘strech & fold’.

Ho anche pensato che certamente fare il pane è soddisfacente e rinfrancante, e in momenti come questo un po’ di rinfrancamento non è da disdegnarsi. Però c’è anche da dire, che prende molto tempo e non sempre i risultati sono assicurati.

Per questo la mia mente è tornata a quel pane veloce che sembrava tanto semplice, ma che dava comunque dei buoni risultati. Allora ho pensato di proporvelo.

Questo è dedicato a tutti quelli a cui piacciono le cose veloci, semplici, senza troppe complicazioni. A chi vuole unire qualche ingrediente in una ciotola, infornarlo e vederlo uscire croccante fuori e morbido dentro. Per poi avere la soddisfazione di una buona fetta del proprio pane, spalmato di burro e marmellata, la mattina a colazione.

N. B.

  1. Questo pane uscirà con una crosta croccante e una mollica morbida e molto densa (dalla consistenza più simile a una torta che a quella del pane a cui siamo abituati)
  2. Essendo fatto con il bicarbonato avrà un sapore particolare, è bene setacciarlo in modo da prevenire la formazione di grumi.
  3. il latticello con la sua acidità contrasterà il sapore di bicarbonato
  4. Come sostituisco il latticello? E’ possibile che non troviate il latticello, io di solito lo sostituisco con latte e aceto, le dosi sono: 1 cucchiaino di aceto bianco + 250 ml di latte (mescolare e aspettare 10 minuti)
  5. A mio parere il Soda Bread da il suo meglio come pane da colazione o da merenda, quindi tostato con burro e marmellata, o con crema di nocciole. Ho letto anche che nel Regno Unito viene molto usato coe accompagnamento per le zuppe.

Ricetta Soda Bread

Ingredienti

  • 450g di farina 00
  • 3 grammi di sale
  • 4 grammi di bicarbonato di sodio
  • 375 ml di latticello (quindi in questo caso 375 ml di latte + un cucchiaio di aceto bianco, lasciati a riposare per 10 min)

Procedimento

Scaldare il forno statico a 230°C.

Mescolare in una ciotola la farina con il sale. Setacciare il bicarbonato e mescolare bene.

Fare una fontana e versare il latticello, mescolare bene e cominciare ad impastare finché non prenderà la consistenza di un impasto. L’impasto deve essere liscio e malleabile e non si deve attaccare alle dita. Una piccola parte del latte potrebbe essere superflua.

Quando l’impasto sarà ben amalgamato impastare su un piano leggermente infarinato per qualche minuto.

Formare una pagnotta e trasferirla su una teglia foderata di carta da forno (io ho usato la Dutch Oven, cioè la pentola di ferro). Infarinare leggermente la superficie della pagnotta e fare un taglio a croce abbastanza profondo.

Cuocere per 20 minuti coperto, poi levare il coperchio e cuocere per altri 20 minuti circa, o finché non sarà dorato.

Biscottini burrosi (shortbread) con gocce di cioccolato

Ormai è da un bel po’ che non cucinavo dei biscottini semplici, molto più vicini all’idea italiana di biscotti, fatti di pasta frolla tagliata e semmai con l’aggiunta di qualche altro ingrediente.

Questi biscottini sono come al solito frutto di una serie di riflessioni messe insieme:

  1. volevo una merenda, colazione, semplice e buona, che non fossero quei biscotti che di solito abbiamo in casa e io e mia sorella chiamiamo ‘punitivi’ (biscotti integrali o al farro confezionati…)
  2. la frolla della Pastiera che ho fatto a Pasqua mi ha fatto impazzire e volevo quindi provare a fare qualcosa in cui fosse protagonista (la ricetta è di Dissapore)
  3. ho visto varie volte su Instagram, foto di biscottini tagliati tipo salame al cioccolato, e penso che siano davvero esteticamente belli, quindi ho deciso di dare ai miei biscotti questa forma: liscia ma dai bordi irregolari

Ma ora bando alle ciance! La ricetta? Facilissima! E davvero veloce!

Siete pronti?

Ricetta Biscottini burrosi (shortbread) con gocce di cioccolato

Ingredienti

  • 400g di farina
  • 200g burro a cubetti ammorbidito (a temperatura ambiente)
  • 150g di zucchero
  • 2 tuorli
  • 1 uovo
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • 80g di cioccolato fondente (io ho usato quella al 70%) tagliato a pezzettini

Procedimento

Mettere il forno a riscaldare a 170°C.

Sbattere le i tuorli e l’uovo e aggiungere la scorza di limone.

Fare una fontana con la farina (in una ciotola o su un piano, come vi è più pratico) e aggiungere tutti gli ingredienti al suo interno.

Cominciare a rompere i pezzettini di burro aggiungendo piano piano la farina, in modo da ottenere un impasto omogeneo, attenzione a non impastare più del dovuto!

Appiattire un po’ l’impasto e ricoprire con i pezzettini di cioccolata, pian piano impastare cercando di amalgamarli.

Su un piano da cucina, cosparso con un velo di farina, dare all’impasto una fora cilindrica (tipo salame), a seconda di quanto sarà piccola la circonferenza (e quindi sarà lungo), i biscotti verranno più grandi o più piccini.

Avvolgere poi il cilindro nella pellicola (è la prima volta che la uso dopo tanto tempo, ma in questo caso non sapevo come sostituirla) e riporlo in congelatore per 30 minuti.

Passato questo tempo tagliare il cilindro con un coltello affilato, in modo da formare dei biscotti di mezzo centimetro circa. Porre quindi sulla teglia coperta da carta da forno e infornare per 20/25 minuti (o comunque finché non saranno leggermente dorati).

N.B Visto che il mio forno è più caldo sul fondo, rispetto a davanti, dopo 20 minuti ho girato la teglia, in modo che i biscotti si cuocessero più omogeneamente e l’ho tenuta dentro per altri 5 minuti.

Sfouf: la torta al semolino libanese

La mia storia con i dolci mediorientali, come già detto in precedenza, inizia a Parigi.

Era la nostra prima vacanza a Parigi, primavera, io avrò avuto più o meno 7 anni. Per questo quel pomeriggio in cui mia mamma e mia sorella avevano deciso di andare a far compere, io e mio babbo ci siamo diretti da un’altra parte. Mi ricordo che mio babbo voleva portarmi a visitare una Moschea e io non avevo idea di cosa aspettarmi e penso di non aver avuto nemmeno molta voglia, ma lui mi aveva promesso che lì avremmo fatto merenda. Il cibo era sempre un buon modo per farmi arrivare da qualche parte e, come ho scoperto nel tempo, anche per imprimere in modo indelebile nella mia memoria alcuni momenti.

La Moschea di Parigi ha un bellissimo giardino, ricoperto di mattonelle colorate, lì è possibile sorseggiare un tè verde ai tavolini e mangiare dei dolcetti scelti da un’ampissima selezione. Mi ricordo ancora che ne scelsi alcuni al marzapane, altri ricoperti di zucchero e altri ancora di sfoglie di pasta croccante imbevute di sciroppo. La dolcezza del miele e dello sciroppo e gli aromi di rosa, fior d’arancio, cannella e anice legati perfettamente al sapore delicato della frutta secca: noci, pistacchi, mandorle. Questi sapori sono rimasti nel mio cuore come dei cari ricordi, e spesso mi trovo a ricercarli in ciò che cucino e in ciò che mangio.

L’altro giorno scorrevo quindi il feed di Instagram e quando mi è apparso questo dolce al semolino ho cominciato già a pregustarlo e mi incuriosiva così tanto conoscere il suo vero sapore, che ho deciso che avrei dovuto farlo assolutamente!

Eccolo qui infatti, molto semplice e delizioso, aromatico, ma in modo molto armonioso. Devo ammettere tra l’altro che non sono una fan dell’anice nei dolci, ma in questo caso non mi disturba affatto e anzi, ci sta molto bene!

N.B

  • La ricetta è senza uova, quindi può facilmente diventare vegana sostituendo lo yogurt con yogurt di soia o altro sostituto a proprio piacimento
  • Io ho messo una mandorla per rombo, per puro gusto estetico, ma tornando indietro ne cospargerei l’intera superficie, perché rendono la torta molto deliziosa (e lo stesso sono sicura valga per i pinoli)

Ricetta Sfouf: torta al semolino libanese

Ingredienti

  • 2 cucchiai di tahini per imburrare la teglia (può essere sostituito con il burro)
  • 130g (1 cup) di farina
  • 130g (1 cup) di semolino
  • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1/4 di cucchiaino di sale fino o kosher
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • 1/2 cucchiaino di semi di anice pestati
  • 250g (1 cup) di yogurt intero
  • 200g (1 cup) di zucchero
  • 1 cucchiaino di vaniglia (o estratto)
  • 1 cucchiaio di essenza di fior d’arancio
  • 110g (1/2 cup) di olio di semi
  • mandorle (spellate) o pinoli q.b

Procedimento

Scaldare il forno a 180°C e imburrare la teglia o spalmarla con il tahini.

Mettere in una ciotola grande le due farine, il lievito, il sale, la curcuma e l’anice pestata.

In una ciotola più piccola mettere lo yogurt, lo zucchero, la vaniglia e l’essenza di giro d’arancio e sbattere bene finché non si sarà sciolto la maggior parte dello zucchero. Aggiungere quindi l’olio e sbattere vigorosamente finché non si sarà ben amalgamato.

Unire poi il composto liquido alla ciotola degli ingredienti secchi e mescolare con la frusta finché non si saranno amalgamati.

Versare poi il composto nella teglia imburrata e spianare la superficie, ornare poi a piacimento con mandorle o pinoli.

Infornare per 20/25 minuti o finché, infilzandola con uno stecchino questo non ne uscirà pulito. A questo punto accendere il grill (io l’ho messo a 3, ma dipende da forno a forno) e aspettare che si dori la superficie (attenzione a non bruciarla!).

Scones: dolci panini britannici

Quello degli Scones è uno dei tanti dolci ricordi legati al cibo.

A volte, quando ero piccola e andavo con mia mamma a fare delle passeggiate in centro, mi portava alla Latteria. La Latteria era una piccola latteria convertita a bar, la cui proprietaria era una burbera signora e che purtroppo è ormai chiusa da molti anni. E’ proprio lì che un giorno la mia curiosità mi ha fatto conoscere questi deliziosi panini, che mi sono stati serviti con una salsa al latte, che la Signora chiamava “Crema inglese” e che non sono ancora riuscita a riprodurre.

Oggi vi propongo quindi questo mio personale comfort food, che poi ha assunto anche più valore per l’amore che ho coltivato nel tempo verso l’Inghilterra e la sua (tanto disdegnata) cucina.

N.B Gli Scones sono tradizionalmente serviti con marmellata e Clotted Cream (una crema pannosa e densa), ma quest’ultima può anche essere sostituita con il burro (ancora meglio se quello salato inglese). Sono anche molto buoni con la Lemon Curd, una crema di limone tipica britannica.

Ricetta Scones

Ingredienti

  • 450g di farina bianca
  • 1/2 cucchiaino di sale fino
  • 2 cucchiaini di lievito
  • 100g di burro
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • 250 ml di latte intero
  • 3 cucchiai di latte per spennellare

Procedimento

  1. Scaldare il forno a 220°C e foderare una piastra con carta da forno
  2. Tagliare il burro a cubetti e metterlo in frigo
  3. Unire in una ciotola: farina, sale, lievito
  4. Mettere i cubetti nella ciotola e sabbiare in modo da creare una specie di sabbia sottile
  5. Aggiungere a questo punto lo zucchero e il latte
  6. Formare una palla e impastare finché non sarà omogeneo (attenzione a non impastare troppo!)
  7. Standere su un ripiano infarinato in modo da raggiungere l’altezza di 1 cm e mezzo
  8. Prendere a questo punto un taglia pasta, o una formina per biscotti rotonda (dai 4.5 cm ai 7.5 cm di diametro) e cominciare a formare gli scones e posizionare sulla teglia/piastra
  9. Infornare e cuocere per 12 minuti, o fino a quando saranno dorati (dipende anche dalla grandezza degli scones!)

Hummus: 3 ricette sfiziose

Mi stupisco di chi continua a dire “Ora che avete tempo potreste provare a fare questo o quest’altro”, forse perché la mia realtà (ma sono pronta a scommettere, anche quella di molti altri) è che anche se sono chiusa in casa, di tempo ne ho comunque molto poco.

La mia Università (Bologna), si è attivata molto velocemente per poterci far fare le lezioni online e permetterci di sostenere gli esami via computer (grazie!). Quindi la mia vita continua come al solito, tra progetti di gruppo, laboratori, lezioni e studio.

Certo non posso uscire, ma questo vuol dire semplicemente che durante il mio tempo libero, il momento in cui potrei svagarmi e staccare, sono sempre qui, nello stesso luogo dove studio, lavoro, cucino e soprattutto il luogo dove tutti sanno di potermi trovare, perché in fondo, siamo tutti in quarantena, perché non dovresti rispondere al telefono? Non hai niente da fare!

Ora, non voglio lamentarmi, so che la situazione è uguale per tutti, semplicemente dico: smettiamo di dire che questa quarantena ci fa guadagnare tempo, smettiamo di dare ancora più per scontato del solito la disponibilità continua delle altre persone, e smettiamo di pensare che visto che siamo a casa “a non far niente” dobbiamo occupare tutte e 24 le ore della nostra giornata.

E’ giusto darsi da fare, è giusto non lasciarsi andare, prendersi cura di noi sia esteriormente che interiormente, fare cose che ci attivano, che ci stimolano e ci permettono di stare bene e distrarci da questo momento difficile. Ma non esageriamo, non rincorriamo l’estremo opposto del “Ho pulito le finestre, fatto una torta, studiato un capitolo del libro e messo a posto gli scaffali, ma ho ancora due ore prima di cena e in questo tempo potrei anche fare yoga, un arrosto oppure lavare il pavimento…” Calma! Respiriamo! Se la nostra vita quotidiana ci raggiunge a casa in via telematica, stiamo già facendo quello che avremmo fatto normalmente, quando finiamo di farlo prendiamoci un po’ di tempo per non essere produttivi e lasciamoci un attimo andare.

Vi propongo quindi oggi tre alternative di Hummus, un classico molto semplice, sfizioso e veloce, che può essere usato come spuntino o come leggero aperitivo casalingo. Da gustare nei vostri momenti di relax!

Ricetta base dell’Hummus

Ingredienti

  • 1 scatola di ceci (250g sgocciolata)
  • 2 cucchiai di Tahini (crema di sesamo)
  • 1 spicchio di aglio (a me piace molto agliosa, se volete potete anche metterne un po’ meno)
  • coriandolo fresco (o prezzemolo)
  • paprika q.b.
  • limone, olio, sale q.b.

N.B. La base è calcolata per un’Hummus, quindi se volete fare tutte e tre le versioni dovrete moltiplicare gli ingredienti della base per 3

Variante 1: Hummus Pomodori secchi e Origano

Ingredienti

  • ricetta base
  • 4-5 pomodori secchi (se grandi, raddoppiare se piccoli)
  • origano q.b

Unire tutti gli ingredienti della base in un mixer o in un contenitore per frullatore a immersione, aggiungere anche i pomodori secchi (se utilizzate quelli grandi sott’olio aggiungerne 3 o 4, se utilizzate quelli piccoli sotto sale, sciacquateli bene e mettetene una decina) e l’origano.

Mixare tutto per bene finché non risulterà una crema, per aumentare la cremosità aggiungere a piacere o olio o acqua.

Variante 2: Hummus all’avocado

Ingredienti

  • ricetta base
  • 1 avocado
  • lime (da usare al posto del limone della ricetta base)

Unire gli ingredienti della base in un mixer o in un contenitore per frullatore a immersione sostituendo il limone con il lime. Aggiungere l’avocado sbucciato e fatto a pezzetti e mixare tutto. Come precedentemente si può aggiungere acqua o olio per ottenere un composto più cremoso.

Variante 3: Hummus alle olive

Ingredienti

  • ricetta base
  • 10-15 olive (io uso le taggiasche che hanno un sapore forte, quindi se le vostre sono poco saporite aumentate)

Unire gli ingredienti della ricetta di base nel mixer o in un contenitore per frullatore a immersione e aggiungere anche le olive. Mixare tutto finché non si raggiungerà una consistenza cremosa. Per maggiore cremosità aggiungere acqua o olio.

Fatemi sapere cosa ne pensate e qual’è la vostra preferita!

Torta di Carote Americana

Da qualche tempo volevo rifare questo dolce che negli anni è diventato uno dei miei preferiti. Ho sempre amato la classica torta di carote italiana (o comunque quella che si trova in Italia), con mandorle e carote. Ma scoperta la versione americana, che comprende, oltre alle carote, anche le noci, il cocco e l’ananas, non l’ho più abbandonata!

La mia idea iniziale era provarne diverse versioni, per fare un confronto e offrirvi tre ricette simili, ma con vari aggiustamenti. Purtroppo in questa situazione di quarantena è sarebbe voluto dire spesi più grosse o più frequenti, che sono al momento sconsigliabili.

La torta è morbida e umida, con i diversi ingredienti che si sposano perfettamente tra di loro, unendo profumi e sapori esotici, dati dal cocco e dall’ananas, con sapori più classici, come quello della carota, della noce e della cannella.

La ricetta che ho sceltosi pubblicare tra le tre che avevo selezionato, è quella di Mom On Timeout, che è un sito che ho scoperto da poco cercando ricette di Pancakes, e dove ho trovato la mia attuale ricetta di Pancakes preferita. Essendo stata così preziosa, ho pensato di affidarmi a lei anche questa volta.

Cercate una ricetta deliziosa per rasserenare un lento pomeriggio? L’avete trovata!

Ricetta Torta di Carote Americana (ricetta per due torte da 20cm)

Ingredienti

Ciotola 1

  • 30 ml di olio
  • 400g di zucchero
  • 3 uova

Ciotola 2

  • 250g di farina
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di cannella (o di più, rispetto ai propri gusti)

ciotola 3

  • 6 carote medie grattugiate o tritate
  • 80g di cocco grattugiato
  • 118g di noci tritate
  • poco meno di una lattina di ananas (non sciroppate ma in succo) tritate

Ingredienti Glassa al formaggio

  • 1 scatola di formaggio cremoso da 250g (non salato, tipo Philadelphia)
  • 80g di zucchero a velo
  • 50 g di burro a pomata (sciolto a temperatura ambiente)
  • cocco grattugiato e noci tritate (per decorare)

Procedimento

Unire gli ingredienti della ciotola 1 e sbattere con una frusta.

Unire in un’altra ciotola gli ingredienti della ciotola 2 e poi unire alla ciotola 1.

Amalgamare il tutto e, dopo aver tritato tutti gli ingredienti della ciotola 3, mescolarli con l’impasto precedentemente ottenuto.

Imburrare e infarinare due teglie da 20cm e infornare nel forno caldo.

Nel frattempo, in una planetaria o usando le fruste elettriche, montare il burro, aggiungere poi il formaggio cremoso e infine lo zucchero a velo. Si verrà così a ottenere una crema, che andrà spalmata sulla torta (raffreddata!!).

Mettere una mezz’ora in frigo per far rassodare la glassa.

Buon appetito!

N.B. Se la coprite con la glassa conservatela assolutamente in frigo!

Burger Vegan: tre deliziose ricette!

Ho da poco scritto un post su Instagram riguardo alla mia decisione di ridurre in modo radicale il consumo di carne e derivati animali che provengono dalla grande distribuzione (e quindi di conseguenza la maggior parte delle volte da allevamenti e produzioni intensive).

Non sono totalmente contraria al consumo di questi alimenti, la mia idea è che sia giusto mangiare un po’ di tutto, e sia soprattutto salutare ricevere i nutrienti che ci vengono forniti da carne e prodotti animali, ma credo anche fermamente che ciò che non è affatto giusto sia che gli animali subiscano dei soprusi agghiaccianti, che ci siano produzioni che partecipano all’inquinamento ambientale in modo così consistente e che le aziende non siano trasparenti e ci facciano credere di star comprando dei prodotti, quando ne stiamo comprando degli altri.

In sintesi, penso che, se vogliamo continuare a mangiare carne e derivati animali, dobbiamo rivolgerci a prodotti a chilometro zero, di produttori locali, certificati e trasparenti ed evitare il più possibile, e se è possibile eliminare totalmente, il consumo di prodotti di cui non si conosce la provenienza o che sappiamo con certezza essere prodotti che arrivano da allevamenti intensivi.

Di recente mi hanno chiesto: come facciamo a sapere che sono prodotti di allevamenti intensivi? Beh avete presente i supermercati? Ecco diciamo che la maggior parte dei prodotti (soprattutto questa categoria di prodotti) presenti nei supermercati, provengono da produzioni intensive. Più nello specifico? Sicuramente i prodotti che pagate poco.

Ovviamente ci sono delle eccezioni e spesso queste sono certificate e le certificazioni sono presenti sul packaging del prodotto. Ma attenzione non parlo di scritte come ‘packaging sostenibile’, ‘eco-friendly’, ‘organic’, ‘bio’, ‘allevato con amore’, ‘di fattoria’, ‘100% naturale’ ecc. che poi non presentino nessun marchio di certificazione, questo si chiama Greenwashing ed è uno dei motivi per cui dobbiamo comprare in modo consapevole, leggere le etichette e informarci sulle aziende che producono gli alimenti che consumiamo regolarmente.

Comincio qui una conversazione che va al passo con mie continue riflessioni e studi, e quindi con una formazione progressiva, in cui io stessa ammetto in primis di non sapere tutto e non essere perfetta. Ho lanciato ora vari argomenti che possono e dovrebbero essere approfonditi molto di più e molto meglio e vi invito a farlo per cominciare una conoscenza più genuina e consapevole del vostro consumo.

Sicuramente una cosa che ho capito da questo mio tentativo (che per ora sta avendo successo), è che per essere vegani (anche se non totalmente), bisogna essere organizzati. Per questo ho deciso di fare un po’ di meal-prep, cioè preparare in anticipo un po’ di hamburger vegani (verdure + proteine vegetali), da conservare in congelatore e scaldare durante la mia settimana.

Qui vi propongo tre tipi di hamburger davvero buonissimi e leggeri. La prima ricetta l’ho ideata io, la seconda l’ho presa dal sito vegolosi.it (che si è per ora sempre rivelato ottimo) e la terza da Carlotta di Cucina Botanica.

Hamburger di patate e broccolo romanesco

Ingredienti

  • 3 patate piccole
  • 1 broccolo
  • 1/2 cipolla saltata
  • pangrattato q.b.
  • sale e pepe

Sbucciare le patate, metterle in una pentola e coprire con acqua fredda. Lasciate bollire per 20-40 min (dipende dalla grandezza delle patate) finché non saranno morbide.
Bollire in acqua bollente il broccolo che avremo pulito in precedenza.

Con uno schiacciapatate andate a schiacciare sia le patate che il broccolo in una ciotola grande, unire quindi la cipolla, sale, pepe e il pangrattato finché non si ottiene una consistenza adatta a formare degli hamburger. Spennellare la superfice di questi con dell’olio.

N.B. più pan grattato di aggiungerà meno saranno morbidi

Infornare a 180°C per 20-30 min o finché non saranno dorati in superficie. Girare a metà cottura.

Hamburger di tofu e verdure

Ingredienti

  • 1 panetto di tofu morbido
  • 1 piccola cipolla tritata
  • 1 carota grattugiata
  • 2 zucchine grattugiate
  • prezzemolo
  • pangrattato q.b.

Mettere un po’ di olio in una padella e far soffriggere la cipolla.

Aggiungere poi le verdure, salare e cuocere fino a farle asciugare.

Aggiungere il tofu sbriciolato e fare saltare ancora.

Trasferire 1/3 del contenuto della padella in una ciotola e passarlo con il frullatore a immersione, in modo che venga una ‘pasta’, aggiungere poi il resto del contenuto della padella e mescolare tutto salando a piacimento.

Mescolare poi un po’ di pangrattato in modo da raggiungere un impasto modellabile e creare gli hamburger. Spennellare la superfice di questi con dell’olio.

Infornare a 180°C per 10-15 min, finché non saranno dorati. Girare a metà cottura.

Hamburger di fagioli cannellini e barbabietola rossa

Ingredienti

  • 280g di fagioli cannellini
  • una piccola barbabietola bollita
  • 80g di zucchina grattugiata
  • 1/2 cipolla saltata
  • Pangrattato q.b
  • sale e pepe

Mettere tutti gli ingredienti nel frullatore o minipimer e frullare tutto, aggiungere poi del pangrattato finché non si raggiungerà una consistenza adatta ad essere modellata.

Modellare gli hamburger, che saranno un po’ morbidi, e spennellarli con dell’olio.

Infornare a 220°C per 20 min e girare a metà cottura.

My first time: Profiteroles!

Finalmente pubblico questo articolo che ho scritto mesi e mesi fa, mettendolo insieme con fatica, spero che vi piaccia! (scusate per la qualità delle foto e anzi ringrazio le mie amiche per averle fatte, se non ci fossero state loro probabilmente nemmeno ci sarebbero)

Una delle cose che tendo a fare nella vita è mettermi continuamente in gioco, mettere in discussione me stessa proponendomi cose che non credo mi possano riuscire, cose che mi fanno paura ma so che mi farebbero crescere. Non che io lo faccia tipo ripetizione di mantra da corso di life coaching, della serie “Supera i tuoi limiti”, è una cosa che, mi sono resa conto, faccio in modo abbastanza naturale. E, non fraintendetemi, a volte fallisco eh, molto spesso anche, e questo mi demoralizza come demoralizzerebbe chiunque. Ma in fondo anche attraverso il fallimento ci mettiamo in discussione: saliamo su un palco e rimaniamo inermi, riusciamo giusto a dire qualche parola in modo imbarazzante e ci ripromettiamo di non farlo mai più, ma poi magari dopo qualche mese, qualche anno, siamo di nuovo là sopra e se questo porterà a un fallimento o a una vittoria poco importa, ci siamo rialzati e siamo lì con una forza nuova. 

Ovviamente non è detto che uno debba sempre, costantemente sbattere la testa sulla stessa cosa, a volte i fallimenti servono anche per rendersi conto che ciò che facevamo non era forse la nostra strada, forse dobbiamo dirigerci altrove per trovare ciò per cui siamo portati, o per cui siamo comunque disposti a fare tanti sacrifici quanti ne servono. 

Questo non lo applico solo alle mie abilità, lo applico un po’ a tutto in generale nella vita, e penso sia qualcosa che si è rafforzato nell’ultimo anno. Trovarsi soli, in una nuova città, con amici più o meno vicini, che però in questi casi non bastano a colmare tutto il senso di solitudine e instabilità. Questo è qualcosa che mi ha permesso di capire fino in fondo l’importanza di rischiare, di andare sempre un po’ oltre il confine della mia comfort zone, senza rimanere statica e annoiata, ma viva, consapevole di me e consapevole ogni volta che, sì, anche questo lo posso fare. 

Ora parliamo di bignè, cosa che, per me, ha tutto a che vedere con l’abbattere i propri limiti.

I bignè sono quella ricetta che ho sempre voluto eseguire avendo sempre un po’ paura. Nel contempo guardavo quei sacchetti di bignè già pronti al supermercato e mi ripromettevo che non li avrei comprati mai. Diciamo che era solo questione di tempo, prima o poi sarei dovuta arrivarci.

Ottimista grazie ai miei recenti successi culinari, anche dovuti a quel meraviglioso libro che è “Il Grande Manuale del Pasticciere” di Mélanie Dupuis, ho deciso finalmente di farli seguendo la sua ricetta.

L’idea era di fare un grande Profiteroles composto da piccoli bignè per una merenda con le mie amiche, che tra l’altro ringrazio per l’aiuto che mi hanno dato nella fase finale di composizione. 

Ricetta Bignè

Ingredienti (per 850g di pasta, circa un’ottantina di piccoli bignè)

  • 250 g di acqua
  • 250 g di latte
  • 225 g di burro
  • 3 g di sale
  • 3 g di zucchero
  • 275 g di farina
  • 500 g di uova (circa 10)

N.B. La quantità di uova è fondamentale, il peso di queste deve essere uguale a quello di acqua + latte, se è di più, sbattetele e togliete la parte in eccesso (conservatela e usatela in altro modo)

Scalda il forno a 230°C. Metti in una pentola il latte, l’acqua, il sale, lo zucchero e il burro. Porta a ebollizione facendo scogliere bene il burro.

Quando il composto comincia a montare (a fare cioè la classica schiumina che fa il latte scaldandosi), togli dal fuoco, versa tutta la farina in una volta e mescola con la spatola. Questo primo composto si chiama panade.

Quando la panade è omogenea rimetti la pentola sul fuoco senza mescolare e aspetta che l’impasto cominci a sfrigolare, a questo punto muovi la pastella per controllare se sul fondo si è formata una pellicola. Se c’è, allora puoi spengere perché l’impasto è sufficientemente asciutto.

Togli quindi dal fuoco e mescola finché non sarà evaporata la maggior parte della condensa. Quando cominciate ad aggiungere le uova l’impasto non dovrà essere però completamente raffreddato. Aggiungi quindi un uovo e mescola finché non è completamente incorporato (si può fare sia a mano che con la planetaria con gancio a foglia). Procedi allo stesso modo con tutte le uova. L’impasto dovrà risultare della consistenza della crema pasticciera.

(Può essere usato subito o conservato in frigorifero per 3 giorni)

Scalda il forno a 230°C.

Fodera una teglia di carta da forno (io ho fatto i bignè con forno ventilato e ho infornato due placche alla volta). Riempi quindi una sac à poche (bocchetta liscia, tonda n. 10) con l’impasto, aiutandoti con una spatola (per riuscire meglio possiamo infilare la sac a poche in un contenitore alto in modo che stia ferma). Comincia a fare i bignè in modo ordinato tenendo la sac a poche perpendicolare alla piastra, formando cerchi di 3 cm circa. Abbassa poi la puntina che rimane su ogni tondino con un dito bagnato.

Riduci la temperatura a 170°C e inforna.

Dopo 20 minuti aprite il forno per qualche secondo per far uscire il vapore e poi lasciate cuocere ancora per 10-20 minuti. I bignè dovranno apparire dorati uniformemente.

Ricetta Profiteroles

ingredienti x 15 porzioni

  • Bignè fatti in precedenza

Per la salsa al cioccolato (350g)

  • 150 g di acqua
  • 50 g di zucchero
  • 15 g di cacao amaro
  • 130 g di cioccolato fondente

Per farcire

  • 500 g di panna liquida (o crema pasticciera se preferite)
  • 80 g di zucchero a velo
  • 1 baccello di vaniglia

Per fare la salsa metti acqua e zucchero in un pentolino, porta a ebollizione, aggiungi cacao e lavora con la frusta. Aggiungi cioccolato e cuoci per 2 minuti mescolando con una spatola.

Metti panna, zucchero a velo e i semi del baccello di vaniglia all’interno di una ciotola e monta il tutto, con fruste elettriche o planetaria.

Riempi una sac a poche con la panna e farcisci ogni bignè facendo prima un buchino con il manico di un cucchiaino in fondo a ognuno per far entrare meglio la bocchetta.

Farciti i bignè possono essere posizionati a forma di piramide su un vassoio/piatto da portata e cosparsi con la salsa al cioccolato.