Babbo Natale è morto

Eccomi di nuovo qui, dopo un Natale decisamente intenso finalmente torno a scrivere nel mio caro blog. Non starò a scrivere tante banalità fanciullesche come ne ho viste in giro di questi giorni, forse gioverebbe alla mia immagine di food blogger, ma non sarebbe di certo quello che penso.

Quest’anno più che mai il Natale è stato una triste tradizione, di quelle che ti mette un po’ di angoscia perché ti fa rendere conto di come gli anni stiano inesorabilmente passando e le cose stiano pian piano cambiando mentre le persone cercano di affannarsi goffamente a farle rimanere uguali. Questo mi porta un senso d’inquietudine che non riesco ancora a interpretare bene.

Sicuramente tutto ciò è dato dal fatto che pochi anni fa ero ancora abbastanza piccola da potermi calare completamente nell’atmosfera magica delle feste e chi mi conosce bene sa che a fare questo ci ho provato fino all’ultimo trascinando poveri malcapitati a mercatini di natale, sparando canzoncine festose a tutto volume e spargendo per casa lucine colorate e festoni dorati. Ora invece, sarà che in fondo la mia vena critica e il cinismo stanno prendendo il sopravvento, non riesco a non fare tutto questo con un’inerzia e un senso di angoscia pervasivi.

Ora che Babbo Natale è morto, tutto questo kitschissima impalcatura mi pare un po’ inutile, mi sembra solo triste che le persone se ne circondino solo perché è come se fosse dovuto, alimentando il mercato di oggetti che tireremo fuori solo una volta all’anno per poi chiederci come tutto questo, che abbiamo aspettato con tanto fervore, si sia potuto spengere in così poco tempo.

La verità è che in tutto questo mi ci infilo anch’io, anche quest’anno ho fatto l’albero, sono andata al mercatino di Natale in Santa Croce, ho cucinato biscotti su biscotti, ma tutto questo l’ho fatto senza l’entusiasmo di un tempo, l’ho fatto per provarne l’ebbrezza ma rendendomi conto che in fondo lo facevo solo perché era quello che dovevo fare.

Con tutto questo non voglio smontare completamente in Natale e dire che dovremmo tutti passarlo nella stalla e dormire sulla paglia e fare un rogo degli inutili regali che ricicleremo (o butteremo) alla prima occasione. Anche se diciamocelo, pensando alle sue origini, questo avrebbe molto più senso.

Sono stata anch’io in fondo, una piccola bambina che cominciava già a giugno a fare il conto alla rovescia, che cercava di convincere i genitori a fare l’albero sempre un po’ prima, e che non riusciva a dormire il 24 notte in attesa dei regali, e per questo motivo non penso che questo andrebbe tolto ai bambini, non gli andrebbe tolta quella magia, ma penso che tra questo e il consumismo dilagante che gli viene trasmesso ci sia davvero molta differenza perché alla fine passerà l’idea che più hai e più le tue feste saranno belle e sontuose e potrai postare sui social il tuo banchetto, la tua casa addobbata e chissà cos’altro. Mentre il Natale non è ciò che hai, il Natale è un’emozione, e penso sia soprattutto questa emozione che andrebbe trasmessa ai bambini, perché le emozioni non hanno limiti e sono di tutti, ma  a volte tra tutti questi oggetti non riusciamo ad apprezzarle.

Con la speranza di non avervi depresso troppo, buon proseguimento e buone feste!

Korvapuusti: i ‘Cinnamon Rolls’ finlandesi!

L’altro giorno stavo facendo una ricerca sui Pepparkakor svedesi per cercare di capirne le differenze con i Gingerbread man americani, e scegliere quale delle due ricette fare, sono però incappata in una ulteriore variante, i Piparkakku finlandesi. Ho pensato quindi che la cosa migliore era che la mia decisione cadesse su questi, visto che il ragazzo di mia sorella è finlandese e poteva procurarmi una ricetta originale.

In realtà dei Pipparkakku ve ne parlerò poi con una bella introduzione sulle differenze tra i suoi simili, ma ho cominciato da loro perché approfittando del fatto che doveva chiedere questa ricetta mia sorella ha chiesto anche quella dei Korvapuusti, i parenti finlandesi dei più conosciuti Cinnamon Rolls.

I Korvapuusti sono panini briosciati al cardamomo composti da una doppia spirale ripiena di burro, zucchero e cannella. Questa è la versione natalizia dei Pulla la cui unica differenza sta nella forma, la spirale è singola. Al contrario dei Cinnamon Rolls americani l’impasto contiene il cardamomo e invece della glassa sopra c’è la granella di zucchero.

Ricetta Korvapuusti (per 60 brioche)

Ingredienti

  • 150 g di burro + per il ripieno q.b.
  • 1/2 litro di latte
  • 50 g di lievito di birra
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 150 g di zucchero + per il ripieno q.b.
  • 2 cucchiaini di cardamomo macinato
  • 1 kg circa di farina
  • cannella macinata q.b.
  • 1 uovo
  • granella di zucchero

Procedimento

Fai scogliere il burro, aggiungi il latte e fai raffreddare il tutto a temperatura ambiente. Sbriciola il lievito e scioglilo in una piccola quantità del liquido creato precedentemente. Dovrebbe formare una schiumina, questo vuol dire che il lievito è attivo.

Metti sia il liquido con il lievito, che l’altra parte in una ciotola capiente e aggiungi lo zucchero, il sale, il cardamomo e maggior parte della farina. Lavora con le mani il composto finché non si stacca dal recipiente aggiungendo mano a mano la farina quando necessario (per circa 10 minuti) quando l’impasto sarà liscio riponi nella ciotola e copri con un panno umido. Lascia riposare per 40 minuti circa, finché l’impasto non sarà raddoppiato.

Lavora l’impasto su un piano infarinato solo finché non si attaccherà più a questo. Dividi quindi l’impasto a metà e stendi una metà sul piano fino a farla diventare un rettangolo.

Preriscalda il forno a 250°C.

Spalma, sul rettangolo di pasta, del burro (leggermente riscaldato) e cospargi di zucchero e cannella in modo che si formi uno strato marroncino. Arrotola quindi l’impasto dal lato lungo. Taglia il rotolo formando dei trapezi o dei triangoli e schiaccia la parte superiore di questi (vedi immagine per ulteriori chiarimenti). Fai la stessa cosa con l’altra parte dell’impasto.

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Sistema il Korvapuusti su tre o quattro teglie foderate di carta da forno. Separa il tuorlo dalla chiara e sbattilo aggiungendoci un goccio di latte, spennellaci poi i dolcetti.

Inforna per circa 8 minuti, finché non saranno dorati.

Buon appetito! ❤

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Ringrazio Sam e sua madre per la fantastica ricetta e mio babbo per le foto.

 

 

 

Biscotti morbidi al sesamo e “River to River”

Non vedevo l’ora di pubblicare questi biscotti perché li ho fatti da un po’ di giorni ma tra una cosa e l’altra non ce l’avevo ancora fatta a trovare il tempo per scrivere l’articolo.

Una delle cose che mi ha impegnata di più in questi giorni è stato il festival “River to River” che, dal 2001, viene organizzato ogni anno a Firenze.

“River to River” è un festival di cinema indiano e al suo interno ci sono anche attività, come conferenze su svariati temi legati all’India, mostre, come la mostra di fotografia alla Fondazione Marangoni, e cooking classes, come quella a cui parteciperò stasera, dove Basheerkutty Mansoor ci insegnerà a preparare qualche specialità della cucina del Kerala.

Spesso a Firenze vengono organizzati festival del genere, dove come tema principale vi è il cinema di paesi lontani da noi, che magari non sono alla nostra portata come gli altri paesi occidentali. Penso che questa sia un’occasione preziosa per venire a conoscenza di realtà che spesso ignoriamo, per la lontananza e la mancanza di informazione. Di questa abbiamo tanto colpa noi, che non ci informiamo abbastanza, e ci facciamo bastare l’ “ordine del giorno”, la prima pagina, quanto i media, che spesso filtrano le notizie attraverso criteri come quello della visibilità, di ciò che fa più scalpore, e anche purtroppo di quello che possono e non possono realmente far emergere per le pressioni esterne.

Inoltre è un’occasione per il cinema estero di farsi conoscere in Europa dove ormai regna sovrano il cinema Hollywoodiano ed è già difficile che riescano a emergere i film europei stessi. Questo ci da finalmente l’opportunità di vedere dei bei cortometraggi, lungometraggi e film che ci raccontano le cose da un’altro punto di vista, quello che non conoscevamo, che ci mostra sottigliezze che non coglievamo, sfumature di altre culture che non riuscivamo a capire e che magari dopo la visione ancora non coglieremo a pieno, ma che andremo forse ad approfondire guidati dalla curiosità. Forse è l’unica salvezza quella curiosità, quel sentimento che ci spinge a uscire un attimo dalla nostra comfort zone per renderci conto che non ci siamo solo noi, che intorno a noi c’è un mondo e che non esiste solo “la nostra maniera”, ma ogni individuo, ogni cultura, agisce in modo diverso, e ognuna di queste diversità ha una storia. Penso che se non cominciamo a capire questo non smetteremo mai di farci la guerra e di distruggerci a vicenda con guerre che non hanno soluzione se non nella comprensione reciproca.

Mi sono soffermata su questo punto perché è una cosa a cui tengo molto, e tra esame di sociologia (finalmente dato!) e questo festival, ho avuto occasione di pensarci più di una volta, in qualche caso anche con amarezza per la situazione attuale.

Sperando che siate arrivati fin qui leggendo anche il resto, ecco a voi la ricetta con cui Laurel ci ha deliziati nella sua maratona di biscotti natalizi di quest’anno!

Biscotti al sesamo

Ingredienti

  • 260 g di farina 00
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • 170 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente
  • 150 g di zucchero
  • 3 cucchiai (45g) di miele
  • 170 g di tahina (pasta di sesamo)
  • 40 g di semi di sesamo

Preparazione

Preriscalda il forno a 180°C e fodera due placche con carta da forno.

Mescola in una ciotola media la farina con il sale e il lievito. In una ciotola più grande sbatti burro, zucchero e miele fino ad ottenere un composto cremoso. Unisci quindi la tahina e la farina, un po’ per volta, amalgamando bene con un cucchiaio.

Metti i semi di sesamo in un piatto piano.

Forma delle palline con l’impasto (inumidiscile se si appiccica troppo alle mani) e premile sul piatto in modo che il sesamo si attacchi da un solo lato e sistemale poi sulle placche, ben distanti, con il sesamo verso l’alto.

 

Inforna e cuoci per circa 13-15 minuti finché non saranno leggermente dorati. Appena sfornati i biscotti saranno molto morbidi, lasciare quindi che si raffreddino sulle placche. Raffreddandosi di solidificheranno.

Buon appetito!

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Something scrumptious like this sticky toffee pudding

Più l’esame di sociologia si avvicina e più ho bisogno di gratificazioni sotto forma di cibo. Non ho esitato quindi ad aprire il libro di Jamie Oliver “Jamie’s comfort food” dove Jamie ha raccolto una serie di incredibili piatti che si possono decisamente definire “gratificanti”. Lo Sticky toffee pudding è un dolce irlandese dalla consistenza molto morbida, umida e spugnosa, con una crosticina glassata data dalla salsa al caramello (‘toffee’).

Vi riporto qui sotto la ricetta tradotta dal libro di Jamie (non la tradurrò letteralmente poiché Jamie usa dei termini molto particolari)

(Un particolare ringraziamento va a Peppe che mi ha supportato/sopportato mentre facevo le foto <3)

Sticky Toffee Pudding

Ingredienti (per la torta)

  • 4 bustine di tè Earl Grey
  • 450 g di datteri Medjool
  • 1 cucchiaino raso di cannella
  • 1/2 si noce moscata grattata
  • 170 g di burro a temperatura ambiente
  • 340 g di farina
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 170 g di zucchero di canna (non integrale)
  • 170 g di zucchero Moscovado (canna integrale)
  • 4 grandi uova
  • fiocchi di sale

Procedimento

Preriscalda il forno a 180°C (350°F/gas 4). Metti le bustine di tè in una ciotola e ricopri con 300ml di acqua bollente, lascia per 3 minuti e mezzo. Nel frattempo denocciola i datteri.

A questo punto Jamie mette i datteri nel minipimer con la cannella, ma quando l’ho fatto io la pastosità dei datteri non faceva muovere le lame, quindi ho direttamente messo nel contenitore del frullatore a immersione sia i datteri con la cannella, sia il tè e li ho ridotti in purea. Aggiungi poi la noce moscata.

Imburra e infarina una tortiera per budini di 26 cm (scusate non so come si dice in italiano, questa comunque) o una teglia per torte di 20 cm x 30 cm. In una grande ciotola unisci il burro e i due tipi di zucchero e sbatti con la frusta fino a ottenere una crema. Sbatti poi le uova una per una, poi, usando un cucchiaio unisci a poco a poco la farina, il lievito e il bicarbonato amalgamando bene al composto, aggiungi poi la purea di datteri e amalgama anche questa. Metti il l’impasto nella tortiera che avete scelto e inforna per circa 45-50 minuti o finché non inserisci un bastoncino ed pulito (non vi spaventate se vi vuole un po’ di più, io l’ho lasciata dentro praticamene un’ora e mezzo…).

Quando la torta è quasi pronta cominciate a preparare la salsa.

Io l’ho preparata semplicemente allungando la salsa al caramello salato che mi era avanzata (parlo di questa) con burro, panna e rum. Questa di seguito è invece la ricetta per la salsa di Jamie.

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Salsa ‘toffee’

Ingredienti

  • 250 g di burro
  • 125 g di zucchero Moscovado
  • 125 g di zucchero bianco
  • 50 ml di rum scuro
  • 300 ml di panna liquida

Procedimento

Metti il burro a cubetti in un pentolino e fai scogliere mantenendo la fiamma a fuoco medio. Aggiungi poi i due tipi di zucchero e quando saranno sciolti per bene aggiungi il rum (attenzione: potrebbe schizzare!) e la panna. Porta a ebollizione e cuoci a fuoco lento per 5 minuti o finché non avrò un bel colorito dorato.

Sforna quindi la torta e lascia riposare per qualche minuto. Sforma poi dalla teglia e se necessario spiana la superficie (potrebbe aver lievitato un po’). Spennella poi la torta (facendo anche, se si desidera, qualche buco con un bastoncino che giunga in profondità) con abbondante quantità di salsa in modo che vada a formare una crosticina delicata e croccante. Cerca di non esagerare per mantenere comunque il dolce spugnoso. Se si vuole fare contrasto si può aggiungere anche i fiocchi di sale (nel mio caso la salsa che ho usato era già leggermente salata, quindi non ne ho sentito il bisogno).

Servire con un’aggiunta di salsa ‘toffee’ tiepida, un po’ di panna o gelato alla vaniglia.

Buon appetito!

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Christmas cake!

Ormai da qualche anno ci arriva un pezzetto di questa torta dalla nonna gallese dei miei cuginetti inglesi, avvolta nella sua copertura di zucchero e marzapane e decorata con disegni natalizi. La cosa che mi ha affascinato di più di questo dolce, oltre che al suo sapore, è il fatto che vada lasciato riposare per qualche mese (ma se non si ha tempo va bene anche qualche settimana) nutrendola di tanto in tanto con dell’alcool. Mi sembrava una cosa così strana che valeva la pena provare! Allora l’anno scorso mi sono armata di tonnellate di frutta secca e il risultato è stato magnifico, per questo ho deciso quest’anno di replicare.

Proprio per questa ristrettezza di tempi mi scuso con voi per averla postata così tardi, ammetto che me ne ero scordata…affrettatevi quindi, ai fornelli!

La ricetta è quella di Jamie Oliver presa dal blog di Jul’s Kitchen 😉

Ricetta Christmas cake

Ingredienti

  • 600 g di uva passa
  • 200 g di uva sultanina
  • 100 g di ciliegie candite
  • 250 g di frutta essiccata (mele, prugne, mirtilli, pere, albicocche…) tritate finemente
  • 400 ml di brandy
  • 300 g di burro a temperatura ambiente
  • 200 g di zucchero di canna
  • 1 limone
  • 4 uova a temperatura ambiente
  • 2 cucchiai di melassa (o golden syrup)
  • 300 g di farina
  • 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • un pizzico di noce moscata
  • 150 g di mandorle tritate finemente
  • 150 g di noci spezzettate

Preparazione

Metti la frutta essiccata in un pentolino e porta leggero bollore, poi versa in una ciotola a raffreddare, potete aspettare da mezz’ora a un giorno, da questo dipenderà anche l’umidità della vostra torta.

Riscalda il forno a 150°C e fodera di carta da forno una teglia di circa 23 cm di diametro.

Se vuoi che la torta sia particolarmente umida frulla la metà della frutta lasciata a mollo e uniscila poi nuovamente al resto della frutta.

In una ciotola grande sbatti il burro e lo zucchero finché non si formerà una crema spumosa e aggiungi poi la scorza di limone e le uova uno alla volta continuando a sbattere. Aggiungi poi la melassa

Mescola ora la farina con le spezie e le mandorle tritate finemente. Uniscila poi al composto burroso alternandola alla frutta. Aggiungi poi le noci.

Versa il composto nello stampo e cuoci per circa 3 ore. Comunque controlla dopo due ore e mezza con la prova del bastoncino, e fai così per la successiva mezz’ora finché non uscire pulito (a me ad esempio la cottura è durata 2 ore e 40 circa).

Tolta la torta dal forno spennellala con un po’ di prendi e lasciala raffreddare per 5 minuti. Avvolgila poi con due fogli di carta stagnola in modo che trattenga il calore. Dopo qualche ora togli la stagnola e avvolgila nuovamente con carta da forno e stagnola facendo in modo da avere un accesso dall’alto.

Conserva in un contenitore ermetico in un luogo buio lontano a fonti di calore per 2-12 settimane. Durante questo periodo nutri la torta una volta a settimana bucandola in vari punti con un lungo bastoncino e versandoci poi sopra una tazzina di brandy. Dopo che il brandy si sarà assorbito richiudi per bene la torta e riponila.

Buona attesa, ci rivediamo per la decorazione!