My first time: Profiteroles!

Finalmente pubblico questo articolo che ho scritto mesi e mesi fa, mettendolo insieme con fatica, spero che vi piaccia! (scusate per la qualità delle foto e anzi ringrazio le mie amiche per averle fatte, se non ci fossero state loro probabilmente nemmeno ci sarebbero)

Una delle cose che tendo a fare nella vita è mettermi continuamente in gioco, mettere in discussione me stessa proponendomi cose che non credo mi possano riuscire, cose che mi fanno paura ma so che mi farebbero crescere. Non che io lo faccia tipo ripetizione di mantra da corso di life coaching, della serie “Supera i tuoi limiti”, è una cosa che, mi sono resa conto, faccio in modo abbastanza naturale. E, non fraintendetemi, a volte fallisco eh, molto spesso anche, e questo mi demoralizza come demoralizzerebbe chiunque. Ma in fondo anche attraverso il fallimento ci mettiamo in discussione: saliamo su un palco e rimaniamo inermi, riusciamo giusto a dire qualche parola in modo imbarazzante e ci ripromettiamo di non farlo mai più, ma poi magari dopo qualche mese, qualche anno, siamo di nuovo là sopra e se questo porterà a un fallimento o a una vittoria poco importa, ci siamo rialzati e siamo lì con una forza nuova. 

Ovviamente non è detto che uno debba sempre, costantemente sbattere la testa sulla stessa cosa, a volte i fallimenti servono anche per rendersi conto che ciò che facevamo non era forse la nostra strada, forse dobbiamo dirigerci altrove per trovare ciò per cui siamo portati, o per cui siamo comunque disposti a fare tanti sacrifici quanti ne servono. 

Questo non lo applico solo alle mie abilità, lo applico un po’ a tutto in generale nella vita, e penso sia qualcosa che si è rafforzato nell’ultimo anno. Trovarsi soli, in una nuova città, con amici più o meno vicini, che però in questi casi non bastano a colmare tutto il senso di solitudine e instabilità. Questo è qualcosa che mi ha permesso di capire fino in fondo l’importanza di rischiare, di andare sempre un po’ oltre il confine della mia comfort zone, senza rimanere statica e annoiata, ma viva, consapevole di me e consapevole ogni volta che, sì, anche questo lo posso fare. 

Ora parliamo di bignè, cosa che, per me, ha tutto a che vedere con l’abbattere i propri limiti.

I bignè sono quella ricetta che ho sempre voluto eseguire avendo sempre un po’ paura. Nel contempo guardavo quei sacchetti di bignè già pronti al supermercato e mi ripromettevo che non li avrei comprati mai. Diciamo che era solo questione di tempo, prima o poi sarei dovuta arrivarci.

Ottimista grazie ai miei recenti successi culinari, anche dovuti a quel meraviglioso libro che è “Il Grande Manuale del Pasticciere” di Mélanie Dupuis, ho deciso finalmente di farli seguendo la sua ricetta.

L’idea era di fare un grande Profiteroles composto da piccoli bignè per una merenda con le mie amiche, che tra l’altro ringrazio per l’aiuto che mi hanno dato nella fase finale di composizione. 

Ricetta Bignè

Ingredienti (per 850g di pasta, circa un’ottantina di piccoli bignè)

  • 250 g di acqua
  • 250 g di latte
  • 225 g di burro
  • 3 g di sale
  • 3 g di zucchero
  • 275 g di farina
  • 500 g di uova (circa 10)

N.B. La quantità di uova è fondamentale, il peso di queste deve essere uguale a quello di acqua + latte, se è di più, sbattetele e togliete la parte in eccesso (conservatela e usatela in altro modo)

Scalda il forno a 230°C. Metti in una pentola il latte, l’acqua, il sale, lo zucchero e il burro. Porta a ebollizione facendo scogliere bene il burro.

Quando il composto comincia a montare (a fare cioè la classica schiumina che fa il latte scaldandosi), togli dal fuoco, versa tutta la farina in una volta e mescola con la spatola. Questo primo composto si chiama panade.

Quando la panade è omogenea rimetti la pentola sul fuoco senza mescolare e aspetta che l’impasto cominci a sfrigolare, a questo punto muovi la pastella per controllare se sul fondo si è formata una pellicola. Se c’è, allora puoi spengere perché l’impasto è sufficientemente asciutto.

Togli quindi dal fuoco e mescola finché non sarà evaporata la maggior parte della condensa. Quando cominciate ad aggiungere le uova l’impasto non dovrà essere però completamente raffreddato. Aggiungi quindi un uovo e mescola finché non è completamente incorporato (si può fare sia a mano che con la planetaria con gancio a foglia). Procedi allo stesso modo con tutte le uova. L’impasto dovrà risultare della consistenza della crema pasticciera.

(Può essere usato subito o conservato in frigorifero per 3 giorni)

Scalda il forno a 230°C.

Fodera una teglia di carta da forno (io ho fatto i bignè con forno ventilato e ho infornato due placche alla volta). Riempi quindi una sac à poche (bocchetta liscia, tonda n. 10) con l’impasto, aiutandoti con una spatola (per riuscire meglio possiamo infilare la sac a poche in un contenitore alto in modo che stia ferma). Comincia a fare i bignè in modo ordinato tenendo la sac a poche perpendicolare alla piastra, formando cerchi di 3 cm circa. Abbassa poi la puntina che rimane su ogni tondino con un dito bagnato.

Riduci la temperatura a 170°C e inforna.

Dopo 20 minuti aprite il forno per qualche secondo per far uscire il vapore e poi lasciate cuocere ancora per 10-20 minuti. I bignè dovranno apparire dorati uniformemente.

Ricetta Profiteroles

ingredienti x 15 porzioni

  • Bignè fatti in precedenza

Per la salsa al cioccolato (350g)

  • 150 g di acqua
  • 50 g di zucchero
  • 15 g di cacao amaro
  • 130 g di cioccolato fondente

Per farcire

  • 500 g di panna liquida (o crema pasticciera se preferite)
  • 80 g di zucchero a velo
  • 1 baccello di vaniglia

Per fare la salsa metti acqua e zucchero in un pentolino, porta a ebollizione, aggiungi cacao e lavora con la frusta. Aggiungi cioccolato e cuoci per 2 minuti mescolando con una spatola.

Metti panna, zucchero a velo e i semi del baccello di vaniglia all’interno di una ciotola e monta il tutto, con fruste elettriche o planetaria.

Riempi una sac a poche con la panna e farcisci ogni bignè facendo prima un buchino con il manico di un cucchiaino in fondo a ognuno per far entrare meglio la bocchetta.

Farciti i bignè possono essere posizionati a forma di piramide su un vassoio/piatto da portata e cosparsi con la salsa al cioccolato.

Happy bday to me with torta semolino e cioccolato!

Gli auguri di compleanno sono sempre stati importanti, soprattutto per la mia generazione nativa digitale per cui con l’utilizzo di Facebook lo scambio degli auguri diventava un momento topico dell’anno, quello in cui la “bacheca” si riempiva di auguri dalle persone più disparate: gli amici stretti che ti facevano i ‘poemi’, quelli un po’ meno stretti che non si arrischiavano a scriverti per messaggio, gli ammiratori che azzardavano il cuoricino e gli sconosciuti che con uno stitico “auguri” facevano una spunta al compleanno virtuale della giornata. Piano piano, venendo meno l’utilizzo di Facebook è diminuita la follia degli auguri di compleanno ‘social’, che un tempo erano centinaia e ora (almeno per quanto mi riguarda) sono circoscritti giusto a qualche superstite. Quello che credo io però, è che quel periodo di follia ci abbia inculcato inconsciamente un’idea egocentrica di Compleanno, trasformandolo in quella giornata in cui le attenzioni di tutti devono essere incentrate su di noi. A questo si aggiunge poi il fatto che, nonostante ormai gli auguri su Facebook siano un po’ out, questo rimanga comunque il social che ci ricorda il compleanno dei nostri amici (e dei nostri parenti?) e a cui ci affidiamo perché ci dia questo promemoria, ma essendo allo stesso tempo posta sempre meno attenzione su quella sezione del social, si rischia sempre di più, immancabilmente, di scordarci dei compleanni delle persone a cui vogliamo bene (per non parlare di quelle a cui vogliamo un po’ meno bene).

Questa riflessione è in parte per scusare chi a volte si è scordato di farmi gli auguri (non che io sia ogni anno penna alla mano a segnarmeli eh!), ma in parte per scusare anche me, che sono la prima a dimenticare qualunque compleanno, anche quando comincio a ricordarmelo una settimana prima…

Detto questo penso che gli auguri siano una cosa spesso spontanea, e a volte non serve nemmeno pronunciarli per farli avere a una persona. Gli auguri sono dedicare il proprio tempo, anche giusto qualche minuto, per rendere speciale la giornata di una persona a cui vogliamo bene.

Per fare gli auguri a me stessa (ecco che torna l’idea di compleanno egocentrico ahah), ho deciso quest’anno di mantenermi su un grande classico di quando ero più piccola. La torta tipica da compleanno delle elementari, quella che si comprava in pasticceria e si portava in pizzeria per spengere le candeline a fine cena: la crostata semolino e cioccolato.

Cercando su internet ho scoperto che questa torta è toscana e poco ‘chiacchierata’ sul mondo del web, dove non ho trovato molte ricette.
Per fortuna ho ancora una volta potuto attingere all’affidabile blog di Giulia (Jul’s Kitchen), che aveva pubblicato, un bel po’ di tempo fa, la ricetta di questa torta.

Ricetta: Torta semolino e cioccolato

Ingredienti x tortiera di diametro 24-26 cm

Per la frolla

  • 225g di farina 00
  • 25g di fecola di patate
  • 125g di burro
  • 75g di zucchero a velo non vanigliato
  • 1 uovo
  • 1 pizzico di sale
  • Scorza grattata di 1/2 limone

Per la crema di semolino

  • 500 ml di latte intero
  • 125g di semola
  • 6 cucchiai di zucchero
  • 2 uova
  • 5 cucchiai di vin santo
  • 1 noce di burro

Per la ganache al cioccolato

  • 250g di cioccolato fondente
  • 250 ml di panna liquida

Procedimento

Mettere tutti gli ingredienti secchi della frolla in una ciotola, aggiungere il burro a cubetti (tenuto in frigo fino all’utilizzo) e sabbiare, cioè pizzicare il burro finché non si unisce agli ingredienti secchi assumendo una consistenza tipo quella della sabbia. Aggiungere quindi l’uovo e la scorza di limone e, infarinandosi le mani, cominciare a impastare finché non si forma una pasta liscia e dal colore omogeneo. Avvolgere quindi con della pellicola da alimenti e riporre in frigo per almeno 1 ora.

Per la crema al semolino, mettere a scaldare il latte e versare il semolino prima che arrivi a bollore mescolando nel frattempo con una frusta per evitare che si formino grumi. Quando raggiunge il bollore, spengere e lasciar raffreddare, aspettare che intiepidisca (il top sarebbe avere un termometro e vedere quando raggiunge i 65°C, temperatura di coagulazione dell’uovo), io ho aggiunto in questa fase una noce di burro per evitare che il semolino si indurisse troppo. Quando il composto sarà tiepido, aggiungere le uova, lo zucchero e il vin santo e mescolare con la frusta.

Togliere quindi la frolla dal frigo, stenderla in modo da coprire il fondo e i bordi una teglia bassa da 24-26 cm di diametro e versare dentro la crema al semolino.

Cuocere la torta a 180°C per 30 min, o finché la crema al semolino comincerà a dorarsi.

Per la ganache, tagliare il cioccolato a pezzetti e metterlo in una ciotola, mettere poi a bollire la panna e versarla sopra la cioccolata. Mescolare finché la cioccolata non si sarà sciolta completamente. Versare la ganache sulla torta in modo che ricopra tutta la superficie e lasciare raffreddare, prima fuori dal frigo e poi in frigo per qualche ora (finché la ganache non si sarà rassodata). Togliere dal frigo 15 min prima di mangiarla!

Brioche au chocolat

Quelli che mi conoscono meglio sanno bene come io abbia una pessima memoria, sanno anche però, che i miei ricordi più vividi sono quelli legati al cibo, che io rammento sempre lasciandomi trasportare un po’ troppo e suscitando sorrisi nei miei interlocutori. Uno di questi ricordi riguarda i panini al cioccolato: delle pagnotte con una crosticina fuori, ma morbidissime dentro, con un sacco di gocce di cioccolato.

Quando ero piccola spesso il fine-settimana facevamo delle passeggiate in centro con mia sorella e i miei genitori e volte mia mamma ci portava in questo forno nella zona del Mercato San Lorenzo. Non mi scorderò mai i buonissimi panini al cioccolato che compravamo lì – quell’odore di pasta lievitata e la punta dolce-amara dei pezzettini di cioccolato fondente – sarà sempre uno di quei ricordi d’infanzia che  mi farà sentire a casa.

Ovviamente però questo dolce non nasce da un’idea, ma da mille. Quando torno a Firenze so sempre che dovrò fare qualcosa che a Bologna non riesco a fare per mancanza di strumenti, questa volta avevo deciso per il Pan di Spagna, con cui avrei fatto una bella Naked Cake (torta a strati senza. glassa). Ovviamente essendo la mia organizzazione pessima mi sono ritrovata solo due giorni fa davanti al libro di ricette (Il Grande Manuale del Pasticcere di Mélanie Dupuis) e ho decretato che non avrei avuto tempo per fare gli strati e comporre la torta. È stato a questo punto che, sfogliando, mi è caduto l’occhio sulla ricetta dell’impasto per brioche. 

Spesso quando si parla di brioche in Italia (soprattutto a nord) si comincia a fare confusione. Andiamo al bancone del bar e ci sembra che ordinare una brioche, piuttosto che un croissant o un cornetto, sia in realtà la stessa cosa. In realtà l’impasto della brioche,  è un impasto panoso, non sfogliato (come può essere la pasta del croissant o del cornetto), lievitato e con burro aggiunto a freddo. 
Le brioche sono quelle che quindi qui in Italia chiamiamo spesso Pan Brioche, cioè tutti quei lievitati burrosi a cui a volte viene anche data la forma classica a mezzaluna del cornetto.

Ecco che quindi arriviamo all’epilogo della mia storia, la decisione finale: fare dei panini di pasta brioche con le gocce di cioccolato, riproducendo quindi una versione francese di quei panini che amo tanto. 

N.B La ricetta prevedeva il lievito di birra fresco, ma io ho usato quello secco, l’ho fatto quindi scogliere in acqua (cosa non prevista dalla ricetta), aggiungendo del liquido ho aumentato la quantità di farina (che nella ricetta era di 400g).

Ricetta Brioche Au Chocolat

Ingredienti

  • 20g di lievito di birra secco naturale attivo
  • 500g di farina
  • 10g di sale
  • 40g di zucchero
  • 5 uova (c.a 250g) + 1 per la rifinitura
  • 200g di burro
  • 100g di cioccolato fondente (o gocce di cioccolato)

Mettere tutti gli ingredienti in frigo almeno 1 ora prima di usarli.
Far scogliere poi due cucchiaini di lievito secco in mezzo bicchiere di acqua tiepida e lasciar riposare per 5-10 minuti.
Inserire nella ciotola della planetaria in questo ordine: lievito, farina, sale, zucchero e uova. 
Azionare la planetaria con il gancio a foglia a un quarto della potenza e far amalgamare tutti gli ingredienti finché l’impasto non si stacca dalla ciotola: deve diventare elastico, ma non scaldarsi (se necessario aggiungere un po’ di farina).

Mettere ora il gancio e aggiungere poco alla volta i cubetti di burro fino a quando non saranno completamente incorporati. Aggiungere poi il cioccolato tagliato a pezzetti e mescolare ancora finché non si sarà incorporato all’impasto. 

Fermare l’impastatrice e trasferire l’impasto in una ciotola grande infarinata. Infarinate leggermente anche l’impasto in modo che non si formi la crosta. Coprire poi con un telo di cotone o con la pellicola non a contatto. Riporre nel frigo per 1 e mezza/2 ore.

Tirare fuori l’impasto dal frigo e rompere la lievitazione schiacciando la pasta e facendo fuoriuscire i gas. Formare quindi una palla e dividerla in tante pagnotte con un coltello o un tagliapasta (io ne ho fatte 8, ma a posteriori ne farei forse 12). 

Foderare due teglie (o comunque una quantità di teglie tale da assicurare spazio alle pagnotte per la lievitazione) con della carta da forno e riporre nel forno a 30°C per 1 ora e mezza/2 ore. 

Quando le pagnotte avranno lievitato spennellare con 1 uovo sbattuto e infornare a 200°C.
Se infornate le teglie insieme mettete il forno ventilato, la cottura durerà 20 minuti. Se fate una teglia alla volta il forno può rimanere statico e la cottura andrà dai 20 ai 30 minuti.

Cupcakes integrali light al cioccolato!

Eccomi di nuovo qui! Negli ultimi giorni sono tornata a Bologna e ho ricominciato a cucinare anche nella scarsità di ingredienti e attrezzi di cui dispongo qui (dura la vita da fuori sede…).

Fatto sta che tra l’assenza degli ingredienti, la dieta (che ho ovviamente abbandonato dopo tre giorni dal mio ritorno qui) e i pochi strumenti (non ho una frusta elettrica ad esempio), ho cominciato a sperimentare i classici dolci “senza” (burro, uova, latte ecc…). Poi, altro disagio, non ho neanche la teglia per torte, ho solo la teglietta per muffin, quindi niente torte, solo muffin (che poi diciamocelo, sono anche più facili da portare a giro).

Ultima cosa, a casa a Bolo usiamo solo farina integrale e solo zucchero di canna…ok si potete spararci…

Comunque diciamocelo, i muffin sono venuti molto molto buoni, i primi giorni sono morbidi, poi si seccano un po’ e tendono a sbriciolarsi, però sono comunque deliziosi, magari anche inzuppati nel latte…

Ricapitolando: i muffin sono integrali, lo zucchero è di canna e gli unici grassi sono yogurt (magro) e olio di semi.

Muffin Integrali Light al Cioccolato

Ingredienti x uno stampo due stampi da 6 muffin (ne viene anche qualcuno in più)

  • 250 g di farina integrale
  • 200 g di yogurt bianco o magro (temp. ambiente)
  • 70 g di olio di semi + 30 g di acqua (temp. ambiente)
  • 160 g di zucchero integrale
  • 3 uova
  • 3 cucchiai colmi di cacao
  • 1 bustina di lievito per dolci

Procedimento

Accendi il forno statico a 180°. Metti i pirottino di carta nelle teglie per muffin (se si preferisce si possono usare i pirottini di silicone senza teglia).

Setacciate farina, lievito e cacao in una ciotola.

In un’altra ciotola sbattete zucchero e uova per un minuto o più con la frusta in modo che montino un pochino (io frusta e musica a tutto volume, unico modo), se avete la frusta elettrica montatele anche per 4-5 minuti.

Aggiungete, continuando a sbattere con la frusta (al minimo se elettrica), lo yogurt. muffin light con manoCominciate poi ad aggiungere alternando gli ingredienti secchi setacciati e la miscela di olio e acqua.

Ottenuto un composto liscio e senza grumi versatelo nei pirottini riempiendoli per 3/4.

Infornate. La cottura durerà dai 20 ai 30 minuti, dipende dalla grandezza dei muffin,comunque dopo 20 minuti fate la prova del bastoncino.

Fateli poi raffreddare su una gratella.

Buon appetito!

 

 

 

 

“Hello world” e torta al cioccolato senza glutine!

Ciao a tutti, mi chiamo Caterina  e frequento il Liceo delle Scienze Umane a Firenze. Finalmente mi sono decisa a creare un blog dopo anni di rimuginamenti! Cucino da quando ero veramente minuscola, tanto che mi ricordo ancora di quanto fosse problematico per me non poter usare i fornelli, e che mi ritrovavo a scaldare cioccolata, con i pentolini giocattolo, sul termosifone.

Alla fine comunque mi sono convinta che questo blog mi avrebbe aiutata a fare quel passo avanti di cui avevo bisogno. Pubblicare ricette, esperimenti, pensieri, non più solo con la mia famiglia (che fra l’altro credo non ne possa più di sentirmi parlare di cibo 24 ore su 24), ma con tutto il popolo di internet, mi aiuterà anche a rendermi conto dei progressi che faccio e a migliorarmi in questo campo.

L’unico problema sono le foto, non sono mai stata un asso nel farle, soprattutto al cibo, visto che so benissimo che anche il cupcake più bello, preso dall’angolazione sbagliata, risulterà mediocre (e quindi anche meno appetibile), ma spero di riuscire a migliorare anche in questo col tempo.IMGP0162

La prima ricetta che pubblico è una ricetta di un cuoco che ho scoperto da poco grazie al “Food Tube” di Jamie Oliver: Donal Skehan.

Qualche giorno fa, guardando i suoi video, sono incappata in un incredibile torta al cioccolato senza glutine, di quelle che dopo che le hai viste fare avresti voglia di andare in cucina e metterti subito all’opera. Ovviamente non avevo tutti gli ingredienti, quindi, visto che oggi arrivavano i miei cuginetti dall’Inghilterra ho fatto una spesa preventiva e l’ho cucinata per loro.

Qui sotto vi posto il link della ricetta e la traduzione in Italiano, buon appetito!

http://www.donalskehan.com/2014/04/dark-chocolate-hazelnut-mud-pie/

Ingredienti per 8 persone

225g di cioccolato fondente al 70%, tagliato finemente

125g di burro tagliato a cubetti

175g di zucchero

1 chucchiaino di estratto di vaniglia

100g di mandorle tritate (o farina di mandorle)

6 uova grandi, separate

Per la glassa al cioccolato

100g di cioccolato fondente di buona qualità

30g di burro

50g di zucchero a velo setacciato

75ml di panna da cucina (io ho usato la panna liquida leggermente montata)

75g di mandorle tostate e tagliate grossolanamente

Scaldare il forno a 180° e foderare con carta da forno una teglia da 20cm di diametro. Per la torta, scogliere a bagnomaria il cioccolato e il burro. Togliere dal fuoco e unire lo zucchero, l’estratto di vaniglia e la farina di mandorle mescolando con una spatola. Aggiungere i tuorli d’uovo uno alla volta mescolando a ogni aggiunta finché il composto non sarà omogeneo. Montare a parte le chiare d’uovo a neve ferma. Unisci poi le chiare al composto mescolando lentamente dal basso verso l’alto.

Versare il composto nella teglia e cuocere nel forno per 35 minuti, finché non sarà sodo ma leggermente traballante, con l’interno umido. Far raffreddare la torta prima di coprirla con la glassa.

Per la glassa, sciogliere il cioccolato e il burro a bagnomaria. Togliere dal fuoco e aggiungere lo zucchero a velo e la panna mescolando finché tutti gli ingredienti non saranno amalgamati. Versare sopra la torta facendola colare ai lati e spolverare la superficie con le mandorle tritate.

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